Lo sostiene Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, commentando la positiva sperimentazione della settimana lavorativa da 4 giorni in Gran Bretagna. “E’ possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati”, dice.
“I salti tecnologici e organizzativi che la digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno avvenendo in tante aziende metalmeccaniche ci devono spronare a gettare il cuore oltre l’ostacolo”, aggiunge Benaglia.
La Fim Cisl “già lo scorso anno nel proprio congresso a Torino incentrato sulla definizione di ‘lavoro giusto’ ha proposto – ricorda – di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario che o possa essere dedicata anche a formazione o ai carichi di cura”.
“Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico come nel secolo scorso ma di rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro”, conclude.