All’incontro erano presenti la direttrice dell’Istituto Donatella Rotundo, il direttore sanitario Pasquale Iannotta, la psichiatra Stefania Pirone, la psicologa Silvana Caiazzo, nonché il personale di polizia penitenziaria e socio -sanitario del reparto.
All’uscita dell’istituto Ciambriello ha sottolineato: “Occorre che la politica ai vari livelli ponga l’attenzione sulla tutela della salute, non solo fisica ma anche psichica, quale diritto fondamentale dell’uomo, dentro e fuori dal carcere. Gli istituti penitenziari campani, pur essendo dotati di una articolazione psichiatrica a livello provinciale, ospitano un gran numero di ristretti con disagi psichici le cui esigenze indubbiamente non possono essere soddisfatte dal regime carcerario. Oltre alle risorse umane ed economiche, è doveroso un incremento significativo degli psichiatri e del personale sanitario specializzato per fronteggiare adeguatamente i bisogni delle persone ristrette con psicopatologie. Quotidianamente si verificano nelle carceri campane momenti critici che a causa della mancanza di personale specializzato ricadono sugli altri detenuti e sugli operatori sanitari e penitenziari”.
Il garante conclude con delle proposte operative: “È ancora lunga la strada da percorrere, anche da parte della magistratura, affinché il detenuto non venga più identificato come ‘(s)oggetto malato di mente’ meramente sottoposto a cure e terapie ma venga riconosciuto come detenuto responsabile dei propri atti a cui ugualmente devono essere garantiti i medesimi diritti. Il Consiglio Regionale della Campania nella seduta del 3 luglio 2022 ha chiesto alla Giunta regionale della Campania la creazione di nuove Rems a Napoli o nella provincia. Questo senza dover assolutamente ‘psichiatrizzare’ tutto il disagio presente nelle carceri”. (ANSA).
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