Ma si è accertato che il solo costo dei materiali supera i 30 mila euro e dunque la donazione – ai sensi del codice civile – è nulla. Non solo. Alla base del dietrofront ci sono anche “gli esiti di alcune indagini penali”. Si tratta dell’inchiesta relativa all’iter che a suo tempo – anno 2019 – portò alla composizione della commissione comunale che avrebbe dovuto scegliere il progetto per la realizzazione della statua dedicata a Maradona. La Procura di Napoli indaga sulla presenza tra i membri della commissione di un capo ultrà e sulle presunte pressioni per entrare a farne parte. Nell’inchiesta non rientra a nessun titolo l’artista Sepe che infatti spiega: “Se ci sono delle mancanze, certamente non riguardano nè me, nè la mia opera”.
Nella delibera il Comune spiega anche che l’opera, a causa del suo valore, “può esporre l’Amministrazione ad azione di riduzione e ad obbligo alimentare neppure quantificato”. Non solo: l’installazione allo stadio Maradona “pare in grado di restituire al donante una utilità non irrilevante in termini di prestigio e di visibilità” e ciò, “può risultare appetibile da parte di altri artisti” e ciò impone una gara. Parole che non hanno fatto piacere all’artista: “Mi sento offeso – chiosa – come se fossi l’ultimo arrivato”.
Il colpo di scena arriva nel pomeriggio, dal vicino Comune di Casalnuovo. Il sindaco, Massimo Pelliccia, “esterrefatto” dalla querelle, chiama Sepe e gli propone l’acquisto: “Napoli non la vuole? La compriamo noi”. Maradona, spiega il sindaco, ha avuto un “legame particolare con Casalnuovo. Veniva spesso insieme all’altro calciatore del Napoli, Pietro Puzone, e la ‘storia’ racconta che una notte si mise a palleggiare in strada. Ha inaugurato diversi circoli sportivi e qui aveva delle amiche.
Abbiamo un parco intitolato a Pino Daniele, la prima statua di Totò, vogliamo pure quella di Maradona”. (ANSA).
Il Comune di Napoli restituisce la statua di Maradona, è un caso
Il Comune di Napoli restituisce la statua in bronzo di Maradona che gli era stata regalata dall’artista Domenico Sepe: ha un valore eccessivo ed è interessata da un’inchiesta, dunque va restituita. La delibera del 16 febbraio spiega che il presupposto alla base dell’accettazione del dono era il “valore modico della statua”.
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