Certo, a parte il reddito di cittadinanza, che ha meritato e merita una storia a parte, il c.d. bonus edilizia era nato dall’esigenza di superare il calo della produzione che aveva interessato l’Italia a seguito della pandemia, nel tentativo di rilanciare il settore trainante dell’edilizia privata.
Veniamo ora, però, alla valutazione dei risultati. Il comandante generale delle fiamme gialle, Giuseppe Zafarana, ha dichiarato mercoledì in Commissione Finanza alla Camera dei Deputati, che “nell’ultimo biennio la Guardia di Finanza, in prima linea nel contrasto alle frodi nel settore di bonus in materia edilizia ed energetica ha sequestrato oltre 3,7 miliardi di crediti di imposta inesistenti”.
Si tratta di una cifra enorme, di quelle che fanno la differenza tra le leggi finanziarie di un Paese, specie se indebitato, come l’Italia, e che avrebbero potuto essere utilizzate nel settore della sanità e dei servizi pubblici essenziali. Peraltro parliamo di somme che lo Stato non recupererà mai, perché si tratta di frodi commesse da soggetti nullatenenti. Ancora: è noto a tutti che, a seguito del bonus, il costo per le ristrutturazioni è lievitato di almeno il 20% e in pari misura sono aumentati i prezzi per i materiali edili (secondo il principio che quando aumenta la domanda ed è bassa l’offerta, i prezzi dei prodotti salgono).
Dovrebbero, poi, restare oggetto di più attenta valutazione gli effetti concreti sul patrimonio edilizio privato che detti bonus hanno avuto, in termini di miglioramento dell’efficienza energetica e di sicurezza e stabilità degli edifici.
Vi è, inoltre, un altro dato, qualche giorno addietro comunicato dall’Ufficio Studi di Banca d’Italia, relativo alla circostanza che i bonus hanno prodotto il significativo innalzamento del debito pubblico (con effetti terribili sulle nuove generazioni), senza che a questo abbia corrisposto una altrettanto significativa crescita del PIL (prodotto interno lordo). Orbene, di fronte a questi risultati, mi pare che 5 Stelle e PD dovrebbero smettere di fare i populisti da salotto, ed invece prospettare soluzioni tecniche condivisibili, per limitare i danni da loro stessi creati.
In tal senso, occorre procedere ad uno studio approfondito degli effetti che i bonus hanno avuto nell’economia reale, cercando di correggere meccanismi automatici di erogazione (in tal senso, va rivisto e ripensato il sistema della cessione dei crediti, già inciso dal decreto Sostegni – ter che ha vietato la cessione oltre la prima) e di abbandonare i superbonus del 110% che resta, dal punto di vista finanziario, non comprensibile.
Si tratta, in realtà, di prevedere una soluzione che, da una parte, consenta una più equa distribuzione delle risorse (sarebbe interessante verificare, ad esempio, la composizione, dal punto di vista del reddito, dei soggetti che hanno usufruito del bonus edilizio) e, dall’altra, delineare un meccanismo che aiuti le aziende a disincagliare i crediti e le famiglie andare avanti con i lavori. Una strada difficile, che richiede serietà, studio e poco populismo.
di Giuseppe Fauceglia
Tutto bellissimo, tranne un piccolissimo dato: i populisti italiani oggi votano in massa le formazioni di centrodestra
I governi di centrodestra se ne sono sempre fregati dei conti pubblici e schernivano i governi di centrosinistra, che creavano “tesoretti” tratti dall’evasione fiscale di tutti quei signori che frodavano lo stato a tutte le ore, non diversamente da questi delle ristrutturazioni. Adesso, si vuol far credere che siano interessati ai conti pubblici. Tutto può essere, magari si sono convertiti, hai visto mai. Ma ci si deve proprio credere. Molto più realisticamente, tolgono soldi da una parte per garantirsi un futuro sulle loro sedie.
Sembra che il suo governo meloni sia intenzionato a mantenerli i bonus, ma solo per i ricchi, con la formula prima anticipano i soldi che hanno e poi i poveri con le loro tasse gli restituiscono i soldi spesi.
Questo governo certamente non può che piacere a voi ricchi, visto che fanno il lavoro dello sceriffo nella favola di Robin Hood
Sembra che il suo governo meloni sia intenzionato a mantenerli i bonus, ma solo per i ricchi, con la formula prima anticipano i soldi che hanno e poi i poveri con le loro tasse gli restituiscono i soldi spesi.
Questo governo certamente non può che piacere a voi ricchi, visto che fanno il lavoro dello sceriffo nella favola di Robin Hood
p.s. perchè non si mette nelle liste di FdI o di FI ?
La poltroncina comincia a delinearsi all’orizzonte… vai avanti,c’è posto, vai mò
Oramai a ogni elezione va a votare sempre meno gente, gli eletti rappresentano solo la minoranza degli elettori, la claque chiaramente e intimamente contigua alla politica, anzichè i cittadini comuni. Conseguenza del discredito per questa politica e dell’incapacità di dare risposte a quella maggioranza di cittadini che lavora, paga tasse, sostiene e rispetta lo Stato e le sue regole, che non accetta privilegi e facilitazioni che la politica riserva e coltiva invece per chi invece dello Stato fa il suo bancomat, eludendo e aggirando le regole, saltando la fila. Se niente e nessuno interviene a modificare l’etica e la competenza dei nostri eletti, cosi malamente scelti e selezionati da leggi elettorali addomesticate ”ad usum delphini”, pur virando il colore di governo, la malapolitica si perpetua. Per caso si nota nei primi provvedimenti approvati dal nuovo Governo qualche cambio di passo positivo per la salute dello Stato? Prendiamo ad esempio il Decreto Milleproroghe, che già dal titolo, in una nazione seria provocherebbe conati di nausea. Esso dimostra la prassi che i governi passano, ma i problemi restano, vengono semplicemente cronicizzati per l’allergia della politica di porre in essere le riforme necessarie, anzichè farne “slittare” le scadenze. E quasi sempre si tratta di materie che si frappongono al raggiungimento della giustizia sociale, del prevalere dell’interesse pubblico sul privato, dell’efficienza della macchina statale, per eliminare le zavorre corporative che lo parassitano. La scuola e la sanità hanno bisogno di ingenti risorse per rispondere alla domanda di efficienza, e dove trovarle se non nell’enorme gettito mancante per colpa dell’evasione, di bonus a chi non spettanti, di inefficienze e inerzie burocratiche. Invece di una riforma fiscale dove si paga proporzionalmente a quanto si incassa, si va avanti con flat-tax e condoni.
Sì, ma pubblicate censurando, non è molto democratico come metodo
Mai visto il centrodestra occuparsi dello stato dei conti, quella è sempre stata una prerogativa del centrosinistra. Che abbiate imparato qualcosa? Mai disperare