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Cia Campania, per vincere la sfida di una ottimale gestione del rischio in agricoltura al Sud urge coordinamento territoriale tra enti

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Cia Agricoltori Italiani Campania partecipa ai massimi livelli domani, 27 febbraio 2023, al convegno “La strategia italiana per la gestione dei rischi in agricoltura e la stabilizzazione dei redditi, una sfida da vincere per il meridione d’Italia” che si tiene nell’aula magna dell’Università degli Studi Federico II a Napoli in via Via Parthenope, 36.

Ad intervenire sarà il presidente di Cia Campania, Raffaele Amore in un confronto aperto con le altre organizzazioni agricole, il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, e con il contributo dell’Università di Napoli e di Regione Campania che presenta il progetto AgriRisk.

“Guardiamo con interesse al progetto AgriRisck di Regione Campania perché occorre una regia territoriale dei diversi strumenti oggi a disposizione dell’agricoltore singolo o associato a difesa del reddito agricolo dalle calamità naturali – dice il presidente di Cia Campania Amore – un coordinamento ed una sinergia con Masaf e Ismea senza i quali c’è solo il rischio di fare confusione o creare illusioni tra gli imprenditori agricoli, cosa che va assolutamente evitata”.

“Il Mezzogiorno d’Italia oggi rappresenta appena il 20% della domanda assicurativa sulle polizze incentivate, che nel Paese valgono complessivamente circa 6,15 miliardi di euro di valore assicurato – afferma il presidente Amore – una sproporzione enorme, dovuta in parte ai sempre crescenti costi delle polizze ed ai ritardi con i quali si percepiscono i contributi di sottoscrizione e che di conseguenza lascia troppo spesso l’agricoltore non assicurato e danneggiato in balia delle decisioni della politica sul se concedere o meno deroghe al divieto di indennizzo su danni a colture che incombe sul Fondo di Solidarietà Nazionale”.

Dalla nuova Pac 2023-2027 sta giungendo anche un nuovo strumento, il fondo AgriCat, meglio noto come Fondo Catastrofale, dedicato però solo ad eventi quali gelo e brina, siccità e alluvione e cofinanziato al 30% con i soldi degli agricoltori, pari al 3% dei Pagamenti diretti. Di AgriCat – che vale circa 350 milioni all’anno- non è ancora pronto il regolamento che dovrà stabilire i parametri per valutare l’evento dannoso come catastrofale, consentendo quindi l’accesso al fondo da parte degli agricoltori.

“AgriCat, per come è stato pensato – afferma il presidente Cia Amore – è uno strumento di copertura minima valido solo per alcuni eventi, ma per tutti gli agricoltori che presentano la domanda unica della Pac, in ogni caso consentirà risarcimenti relativamente bassi, variabili dal 10% per il seminativo al 15% dell’ortofrutticolo rispetto al valore effettivo delle colture danneggiate, pertanto il ricorso alle polizze incentivate resterà cruciale come di fondamentale importanza resteranno i Consorzi di difesa per l’assicurazione collettiva”.

Pertanto sarà necessario coordinare ed integrare gli strumenti, ma non basta: “Occorrerà trovare gli strumenti per rendere più ampi e solidi i Consorzi di difesa – sottolinea Amore – che con la forza dell’aggregazione possono dialogare alla pari con le compagnia assicurative, offrendo agli agricoltori condizioni migliori di accesso alle polizze incentivate”.

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