Da 78 a 141 milioni di persone nel mondo rischiano la povertà estrema dopo che la guerra in Ucraina ha fatto salire il costo dell’energia; la maggior parte della popolazione colpita vive in Paesi a basso reddito, dall’Asia centrale all’Africa e al Sudamerica. Lo indicano le stime pubblicate sulla rivista Nature Energy. I dati sono stati elaborati da un gruppo internazionale di ricercatori dell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, e dell’Università britannica di Birmingham.
Per quanto riguarda l’Europa, gli autori della ricerca rilevano che l’aumento dei prezzi sta rimodellando il mercato globale dell’energia e ha spinto alcuni Paesi a ritardare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, cercando fonti alternative all’estero. A livello globale, si rileva nella ricerca, i gruppi più ricchi tenderanno ad avere costi energetici più elevati per beni e servizi ad alto valore aggiunto, mentre le famiglie più povere tenderanno a spendere di più per soddisfare le necessità quotidiane, come cibo ed energia diretta.
«Gli alti prezzi dell’energia colpiscono le finanze delle famiglie in due modi: da un lato – osservano gli esperti – sale direttamente la bolletta energetica delle famiglie, e dall’altro aumentano i prezzi di molti prodotti, come quelli alimentari». A causa della distribuzione ineguale del reddito, l’aumento dei prezzi dell’energia influirà sulle famiglie in modi molto diversi. Stando ai ricercatori, i costi insostenibili dell’energia e di altre necessità spingeranno le popolazioni vulnerabili verso la povertà energetica e persino la povertà estrema.
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