“Quello che si prospetta per il Corso Vittorio Emanuele – si legge nel comunicato stampa dei “grillini” – assume i contorni di una scatola vuota. La strada principale del commercio salernitano vive già da anni una difficoltà oggettiva: innanzitutto il costo degli affitti di locazione che ha raggiunto livelli del tutto ingestibili per gli operatori, con un aumento, solo nell’anno in corso, quasi del 10% per gli adeguamenti Istat nonostante un calo dei consumi dovuto proprio all’inflazione galoppante.
Laddove le difficoltà prima erano specialmente per i piccoli operatori del settore adesso sono anche catene di distribuzione a cedere il passo. Per assurdo il periodo della pandemia, con gli aiuti da parte dello Stato, è stato affrontato con meno problemi dai commercianti rispetto all’attuale situazione e al perdurare di questa crisi dei consumi che – coadiuvata dall’aumento esponenziale del mercato online – ha precipitato i negozi fisici in un profondo pozzo da cui, senza una collaborazione seria tra enti e operatori, è difficile risalire.
Assistiamo alla vera e propria desertificazione della strada dello shopping a Salerno in tutti i giorni della settimana, creando non pochi problemi agli operatori, a cui manca sempre di più l’ossigeno. Non essendoci poi un controllo sulle licenze (per via della liberalizzazione del mercato) l’amministrazione dovrebbe almeno produrre un censimento delle attività atto a capire le tipologie delle attività commerciali presenti sul territorio, così da calibrare il proprio operato sugli investimenti privati affinchè possano consentire solo la diversificazione e il miglioramento delle attività (già) esistenti.
Tutto ciò ha bisogno però di una pianificazione. Questa situazione è figlia anche dell’inesistenza di associazioni di categoria degne di questo nome o quelle che ci sono, sono state notevolmente depotenziate dall’assoluto silenzio e incapacità all’ascolto delle amministrazioni. La Camera di Commercio sembra che non faccia altro che avallare, con scevre sponsorizzazioni, soltanto le Luci d’Artista con la complicità di assessori distratti che pare abbiano programmato un decentramento delle attività lontano dal centro cittadino. Oltre i centri commerciali ci sono le nuove zone abitative in periferia dove sono spuntati come funghi locali commerciali di grandi dimensioni che sono per lo più per l’utilizzo della grande distribuzione.
La morte delle attività – anche nella zona orientale e non solo al centro – è data dalla completa assenza di politiche commerciali, culturali e turistiche che vanno ad aggiungersi all’assoluta mancanza di una seria programmazione nel settore della mobilità con i parcheggi “fantasma” che non agevolano la già complicata situazione. Ma in una città che non offre nulla ed il degrado sotto ogni aspetto è in continuo aumento, non ci si può aspettare una situazione diversa.
Qualcuno l’ha definita “città dormitorio” ed in fondo non sbagliava. Non si può aspettare il fallimento totale per cambiare direzione. Il cittadino, il commerciante e l’imprenditore devono essere al centro del progetto di una Salerno che deve migliorare, che ha ancora margini di crescita e che non può soltanto aspettare di staccare la spina su un letto di morte”.
Il caso è oggetto di riflessione anche da parte dei consiglieri comunali pentastellati Catello Lambiase e Claudia Pecoraro.
“I commercianti salernitani hanno saputo nel tempo industriarsi per cercare quel lavoro che tanto manca nella nostra regione ed al Sud intero. Purtroppo, dobbiamo constatare la chiusura di attività storiche (in pochi mesi) che hanno impoverito economicamente e tolto vitalità alla nostra città. Da qualche settimana – sottolinea Lambiase – anche la grande distribuzione è andata in crisi e con essa altri posti di lavoro.
Nonostante i tanti appelli ad aiutare il commercio, l’amministrazione cittadina sembra intenta a tutt’altro. Con l’arrivo della bella stagione Salerno deve farsi trovare pronta per rilanciare un settore in crisi. Va ripensata totalmente un’offerta che ponga Salerno pronta a recepire i primi segnali di ripresa”.
Per Claudia Pecoraro “occorre un ascolto attivo degli imprenditori e dei commercianti per attivare politiche sinergiche di ricostruzione del tessuto commerciale cittadino.
Iniziare a immaginare una città in cui i quartieri sono macro contenitori di prodotti e offerte, in cui amministrazione ed economia si fondano anche nel ridisegnare l’immagine stessa dei luoghi per favorire l’afflusso ed il turismo, la cultura e la circolazione, conseguente, di capitali”.