«Mi sono sempre piaciute le sfide. Il cambiamento è stato brutale. Salerno è una piccola città e volevo tornare in Europa. C’è molta follia calcistica qui. Si vantano molto della loro “Curva Sud” e della loro passione unica per il club. Qui non tifano Juve, Inter o un’altra big, solo Salernitana. Siamo vicini a Napoli e c’è tanta passione, si vede per strada, al ristorante, ovunque. È una passione molto latino-americana».
Ochoa racconta il suo arrivo.
«Sono cresciuto guardando la Serie A e non ho esitato. Non volevo fermarmi dopo il Qatar o fare una vacanza. Non mi piacciono e non ne ho avute molte nella mia vita. Ho parlato con il club e ho accettato. Starò lì per sei mesi, e poi vedremo se resterò un altro anno. È un sacrificio perché sono venuto qui senza mia moglie e i miei tre figli».
Ochoa dichiara che in Messico gli era difficile persino camminare per strada, perché veniva riconosciuto ovunque. A Salerno, invece, è diverso.
«Quando sei un personaggio pubblico e hai successo la gente ti riconosce per strada. Il calcio messicano è molto appassionato, ci sono 10 radio sportive, dieci programmi tv al giorno, ho giocato per l’América, per la Nazionale… Diventa difficile uscire. In Italia la mia vita è cambiata in tutto. Qui è tutto meno aggressivo che in Messico, e per me è più facile uscire a prendere un caffè, mangiare o andare al supermercato. Ne guadagno in qualità di vita stando fuori dal Messico».
Ad Ochoa viene chiesto se nota differenze tra il giornalismo messicano e quello europeo.
«Sì, certo. Basta guardare la trasmissione di una partita. In Messico, per attirare il pubblico, si punta su argomenti più personali che riguardano i calciatori, che sono al di fuori del calcio. Tutto è molto distorto».
Ochoa non vuole smettere di giocare con la Nazionale.
«Mi sento molto bene e ho voglia di nuove sfide. Voglio lottare per essere nella prossima Coppa del Mondo nel mio paese, il Messico».
Sarebbe il suo sesto: diventerebbe l’unico giocatore della storia con questo record.
«Non sarà facile. L’età c’è, ma voglio dimostrare che è solo un numero. Sarebbe molto bello essere l’unico con sei Mondiali. Ma attenzione, non chiedo che mi chiamino per via delle statistiche. Voglio andare solo se vinco sul campo».
Dice di aver già parlato con il nuovo allenatore della Nazionale, Diego Cocca.
«Ho parlato con lui e mi ha detto che mi considera nel nuovo progetto che sta per iniziare. Voglio continuare a dare il mio contributo alla Nazionale, anche nel caso sia necessario sostenere i giovani. Certo, non renderò loro le cose facili e continuerò a lottare per essere nella lista. Ha parlato con diversi giocatori, e anche con me. Abbiamo parlato del futuro, della nostra Nazionale, ci siamo scambiati esperienze e lui mi ha chiesto cosa potevamo migliorare. È stata una presentazione da allenatore a giocatore per andare avanti insieme».
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