Un’occasione per approfondire alcuni punti della Carta e discutere della sua applicazione. A cominciare dall’articolo 1: l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. “In alcune Regioni – ha spiegato De Luca – abbiamo il 40% di giovani disoccupati. Bisogna risolvere il problema del Sud ed avere i fondi necessari per creare lavoro. Altrimenti violiamo la Costituzione. Da sei mesi ci sono trenta miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione bloccati. A noi spettano più di cinque miliardi che serviranno per fare opere pubbliche. L’attuale governo vuole spalmare quei fondi destinati al sud e spalmarli su tutto il Paese. Un’invenzione che non hanno ancora il coraggio di dire pubblicamente”. E ancora, sul Pnrr: “Quei fondi sono stati assegnati all’Italia perché affrontasse tre grandi emergenze: il divario nord sud, quello di occupazione e quello di genere. Se fossimo stati un paese serio avremmo destinato al sud l’80% delle risorse, usando i fondi in maniera incisiva. In Italia parliamo da un secolo e mezzo di questione meridionale e non abbiamo il coraggio di affrontare il tema dell’unità nazionale. Dobbiamo dare la possibilità ai giovani del Sud di rimanere qui e non di emigrare. Se vogliamo rispettare la costituzione bisogna fare questo”.
Duro anche il commento sull’autonomia differenziata: “Significherebbe la morte del sud”. Sulla sanità, invece, il governatore ha ribadito alcuni concetti già espressi nelle scorse settimane. “Stiamo combattendo da anni per strappare il diritto ad avere uguale tutela della salute per i nostri cittadini” ha sottolineato. Inevitabile il riferimento alla pandemia: “Abbiamo affrontato l’emergenza covid con 15mila dipendenti e decine di migliaia di posti letto in meno rispetto alla media nazionale. Ci siamo assunti la responsabilità di aver fatto scelte drammatiche ma possiamo dire che abbiamo salvato la Campania dal Covid. Altrimenti avremmo avuto un’ecatombe”.
“Non mi piace il dibattito sviluppato sul 41 bis” ha aggiunto De Luca in riferimento al caso Cospito. “Nella Costituzione – ha spietato – c’è scritto che la carcerazione non può mai perdere il suo carattere di umanità e il suo obiettivo di recupero, anche dei peggiori delinquenti. Se parliamo di terroristi e mafiosi e parliamo di pericolo di collegamento reale con l’esterno, io sono d’accordo con il 41 bis, ma il 41 bis non può significare la forma mascherata di pena di morte. A quel punto dovete decidere che si introduca in Italia la pena di morte, altrimenti siete degli ipocriti”.
Fonte SalernoToday
È finita la pacchia