Per i nuclei non in condizione di lavorare l’assegno partirà da 500 euro (questa la quota riservata ai single) e avrà una durata iniziale di 18 mesi (passati i quali per chiedere di nuovo la prestazione bisognerà aspettare un mese). Ne beneficeranno anche gli occupabili, ai quali la legge di Bilancio ha concesso solo sette mesi di reddito di cittadinanza nel 2023, ma rispetto al sussidio dei Cinquestelle, “Mia” avrà importi ridotti (solo 375 euro al mese) e una durata iniziale di appena 12 mesi. Questa la soluzione escogitata dal ministero del Lavoro per spegnere i motori al reddito di cittadinanza e incentivare i percettori attivabili, circa 400mila attualmente, a trovare un’occupazione. La riforma, sintetizzata in un decreto del Lavoro che conta 12 articoli, dovrebbe arrivare in Cdm la settimana prossima.
Così com’è stato pensato, quindi, il sussidio potrà avere un importo massimo di 13.200 euro annui. Ma questa cifra si ottiene moltiplicando il nuovo assegno per la scala di equivalenza. L’importo massimo dell’assegno sarà pari a 6 mila euro. In assenza di categorie “deboli” in famiglia l’importo totale annuo scenderà a 4.500 euro. Il testo del decreto dovrebbe arrivare a fine mesi in Consiglio dei ministri. E consentire fino a 3 miliardi di euro di risparmi totali. Ma i criteri del cambio più importanti sono quelli che si riferiscono agli occupabili. Il Corriere della Sera oggi riepiloga cosa cambia per chi può avere un lavoro. Partendo da tre esempi.
una famiglia di quattro persone con membri non occupabili, cioè minorenni o disabili, e con un Isee annuo pari a 9.360 euro, arriva al massimo a 900 euro al mese. A cui si aggiungono 280 euro di contributo per l’affitto. Con l’abbassamento del tetto Isee a 7.200 euro l’importo scenderebbe a 800 euro. E potrebbe cadere anche il contributo per l’affitto;
un nucleo composto da persone occupabili invece potrà ottenere il sussidio al massimo per sette mesi. Il taglio rispetto ai non occupabili sarà del 25%; si potrà avere per 12 mesi e poi per altri sei dopo 30 giorni di stop;
l’attuale assegno da 500 euro per un single in condizioni di lavorare invece scenderà a 375 euro. Il nuovo sistema prevede anche che «in caso di partecipazione a percorsi di politica attiva del lavoro che prevedano indennità o benefici, o di accettazione di offerte di lavoro, la compatibilità con il beneficio (la Mia, ndr) previsto dal presente articolo è riconosciuta entro il limite annuo di 3.000 euro lordi».