8 marzo: la mimosa appassisce, la donna mai
Più genio che sregolatezza, regalava perle non solo di calcio ma anche di saggezza: Roby Baggio, Divino era il codino, altrettanto quel concetto che dovrebbe diventare un mantra per tutti: “Preferisco fare il cattivo a Natale ed essere buono nei restanti 364 giorni dell’anno”. Ebbene, sarebbe una vita migliore per tutti, omaggiare la donna ogni giorno dell’anno – riconoscendone la forza sovrumana che ha nel badare alla famiglia e lavorare contemporaneamente. La donna, per dirla come nei film, “ha visto e fatto cose che voi uomini nemmeno immaginate” e non è fantascienza. Ovunque la metti, se la sbriga alla grande: da mamma, da moglie, da compagna di vita, così come da preziosa alleata quando sei preso dallo sconforto e non sai a chi dirlo, da manager, da autista di camion, da chef o cameriera, da badante o addetta alle pulizie. Sa fare tutto e sa farlo spesso e volentieri meglio dell’altra metà del Cielo. Il solo fatto che oggi abbiamo un Presidente del Consiglio donna dovrebbe far calare un attimo la cresta al presunto “uomo alpha” che crede di essere dominante. Vedere tutto rosa, per tutto l’anno, è consigliabile. Per una società migliore, innanzitutto, ma anche per uscire fuori dall’equivoco di una festa fatta di mimose il cui senso vive, appunto, quanto un fiore: un giorno e si appassisce, tutto torna come prima. Si festeggi pure, se si vuole, ma non vediamo differenze, categorie, caste, tra gli esseri viventi, animali compresi, figurarsi tra l’uomo e la donna. L’unica differenza, indiscutibile è che lei è sempre e comunque più carina e sensibile.
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