Come prima cosa, il governo intende cambiare l’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche che è una delle maggiori entrate fiscali dello Stato pari circa al 38% di tutte le tasse dei cittadini. L’obiettivo è ridurre gli scaglioni di reddito da quattro a tre con relativa riduzione delle corrispettive aliquote. Questo passaggio è in linea con il governo Draghi che aveva ridotto le aliquote da cinque a quattro. Le aliquote Irpef attuali: 23% fino a 15mila euro; 25% tra i 15mila e i 28mila euro; 35% tra i 28mila e i 50mila euro; 43% sopra ai 50mila euro. Per passare da quattro a tre, l’idea è unire le due centrali, con un’aliquota al 27% o al massimo al 33%. Questo andrebbe a beneficiare le fasce più alte.
Come si finanzierà la legge delega sul fisco?
L’Irpef è per oltre il 55% pagata dai lavoratori dipendenti, quindi, una sua riduzione impatterà sugli stipendi dei lavoratori. Inoltre, il governo intende razionalizzare anche le aliquote Iva. Un altro passo della riforma è il graduale superamento dell’Irap e nuovi meccanismi di tassazione per le imprese riguardo Ires e reddito d’impresa. Il governo si propone così di aumentare le entrate fiscali prevenendo l’evasione. Per le grandi imprese il governo vuole rafforzare la “Cooperative compliance” per ridurre i contenziosi e quindi le mancate entrate fiscali dello Stato.
Per le piccole imprese invece si punterà sul concordato preventivo. Come poi ha sottolineato il viceministro Leo, il nostro sistema tributario prevede troppi sconti e agevolazioni fiscali, le “tax expenditures”. Tagliando quelle meno utili, il governo può reperire parte delle risorse necessarie a fare la riforma fiscale.
Fonte: NewsMondo