Oggi mercoledì 8 marzo – è scritto nel comunicato stampa – torniamo a scendere in piazza a Salerno contro patriarcato, merito e sfruttamento, torniamo a urlare il nostro dissenso verso una classe politica che ci ignora e ci calpesta. Scendiamo in piazza contro un sistema competitivo e meritocratico, scendiamo in piazza per Diana e per tutte le vittime di un sistema universitario che ha fallito.
Scendiamo in piazza per Lorenzo, Giuseppe e Giuliano e per tutte le studentesse morte in alternanza. Scendiamo in piazza contro un sistema sessista, omobilesbotransfobico, abilista, per Chiara e Brianna, per Anna, Giulia e Teresa e per tutte le vittime di violenza patriarcale ed omobilesbotransfobica, per tutte le donne, le persone trans e non binarie che non hanno accesso ad aborto e salute riproduttiva. Scendiamo in piazza per le morti sul lavoro, per le migranti abbandonate e per tutte le persone razzializzate, scendiamo in piazza contro la guerra e contro la crisi climatica.
Scendiamo in piazza perché noi siamo quell’alternativa di sicurezza e crescita collettiva che le istituzioni non sono in grado di garantire, perché vogliamo rivendicare i nostri spazi e i nostri corpi, perché ci vogliamo VIVE e LIBERE! Scendiamo in piazza contro un sistema che ci vuole mute e obbedienti, scendiamo in piazza contro un sistema che ci uccide.
“Siamo in piazza oggi contro ogni tipo di discriminazione, per rivendicare i nostri spazi e i nostri corpi. Crediamo nella possibilità di un’alternativa a questo sistema sessista, abilista ed eterocisnormato, in cui le discriminazioni e le violenze sono costantemente normalizzate e banalizzate.
Siamo qui per rivendicare una società della cura che ci educhi a un modo di relazionarci sano e consapevole e delle scuole, università e città transfemministe libere da dinamiche patriarcali, violente e competitive. Siamo qui per rivendicare un aborto libero e sicuro e una salute transfemminista…Per questo, per altro, per tutto“, dichiara Valeria, collettivo Lisistrata.
LINK FISCIANO dichiara: “Come sindacato studentesco universitario ci siamo più volte interrogate sull’importanza della lotta intersezionale nei luoghi del sapere, abbiamo affermato la nostra volontà politica di impegnarci per creare un’università critica sul territorio, per riportare la discussione sul tema transfemminista nelle università.
Gli spazi di cultura devono essere riempiti di pluralità, per abbattere idee e atteggiamenti che sono unicamente diretti ad affermare gli stereotipi di genere. Vogliamo essere amplificatore delle denunce circa la violenza di genere e per noi la giornata dell’8 marzo rappresenta un’occasione per ribadire ancora una volta che vogliamo un’università che lotti insieme a noi e che decostruisca i costrutti patriarcali”.
“Nelle nostre scuole viviamo costantemente molestie, prevaricazioni machiste, performatività e meritocrazia: tutte dirette conseguenze di un sistema patriarcale e capitalista che ci sfrutta e ci sovradetermina”, dichiara Alessia, coordinatrice dell’UNIONE DEGLI STUDENTI SARNO.
“Il territorio del Vallo di Diano vive da anni problematiche di violenza di genere. Abbiamo spesso assistito a molestie e femminicidi: tutte conseguenze della violenza patriarcale, molto presente nel nostro territorio.” – dichiara Irene, coordinatrice dell’UNIONE DEGLI STUDENTI VALLO DI DIANO. –
“Come attivisti, attiviste e attivist3 di Salerno Animal Save in questa giornata di sciopero vogliamo sottolineare l’inevitabile intersezione tra la lotta transfemminista e le rivendicazioni dell’antispecismo” , dichiara Salerno Animal Save.
Dichiara l’UNIONE DEGLI STUDENTI AGROPOLI: “Ad Agropoli come in molte altre zone, assistiamo tutti i giorni ad abusi di genere. Siamo stanche, questa non è la normalità. Bisogna formarsi e conoscere i mezzi che abbiamo e quelli che dovremmo avere, ma che lo stato non ci fornisce. Agropoli non è machista e lo urla!”.
“Scendiamo in piazza per il finanziamento dei centri antiviolenza laici e femministi, per garantire che i percorsi di fuoriuscita dalla violenza rispettino le scelte e l’autodeterminazione delle donne. Che i centri antiviolenza siano gratuiti, che abbiano operatrici attiviste, femministe ed esperte in materia di violenza, in costante aggiornamento, che accolgano la donna in linea con la convenzione di Istanbul.
Che i centri antiviolenza siano punto di riferimento per le donne, per il territorio e per le istituzioni, offrendo costantemente azioni di formazione, di sensibilizzazione, di informazione, di prevenzione per un cambio di rotta drastico in contrasto ad una cultura patriarcale, maschilista e misogina“, dichiara Michela Masucci, responsabile del centro antiviolenza Leucosia e Anna Borsa- associazione differenza donna.
“Siamo in piazza oggi per rivendicare una socialità libera da dinamiche patriarcali; spazi sicuri dove potersi sperimentare ed esprimere liberamente; momenti continui e collettivi di confronto e formazione. Perché crediamo nella possibilità di costruire insieme una società diversa, più giusta, inclusiva e consapevole“, dichiara Francesco Curcio, presidente del circolo Arci Marea.
“In questo 8 marzo portiamo in piazza e nelle strade la nostra rabbia e le nostre lotte. Come Arcigay Salerno rivendichiamo la libertà di affermare il diritto all’autodeterminazione dei corpi e di tutte le libere soggettività, contro ogni forma di violenza e marginalizzazione”, dichiara Federica Di Martino, delegata alle politiche di genere di Arcigay Salerno “Marcella Di Folco“.
“Ogni giorno profondiamo il nostro impegno per realizzare nelle rispettive realtà l’ideale di una società giusta ed equa, scevra da condizionamenti economici-sociali, etnici o relativi all’orientamento sessuale. Il nostro posto è in pizze come questa, al fianco di chi lotta per affermare il proprio diritto ad essere. Essere povero, nero, migrante, trans, senza che questo possa considerarsi un motivo di discriminazione di sorta. Vogliamo essere liberi di vivere, viaggiare ed amare come dove e con chi ci va. E pretendiamo che questo sia la normalità”, dichiara Lucio, presidente di Openlab, Arci Baronissi.
“Come Salerno invisile scendiamo in piazza per rivendicare una maggiore rappresentazione, per rivendicare spazi sicuri e liberi da violenza patriarcale e omobilesbotranfobica, per rivendicare maggiori diritti e tutele nel mondo del lavoro come nei luoghi della formazione. Scendiamo in piazza per una socialità diversa, senza discriminazioni, contro razzismo, abilismo e sfruttamento e contro ogni forma di oppressione”, dichiara Mario Novelli, in rappresentanza di Salerno invisibile.