Il provvedimento disciplinare era stato irrogato dalla dirigente scolastica a carico degli alunni maschi iscritti alle 10 classi del piano terra dello storico liceo di piazza San Francesco.
L’allievo, scrive in premessa l’avvocato della famiglia, «per l’intero anno scolastico ha avuto un eccellente profitto in tutte le discipline ed una condotta immacolata», pertanto «la sanzione disciplinare costituisce una macchia che potrebbe pregiudicare la giusta aspirazione del ricorrente a conseguire il massimo dei voti all’esame di stato».
eccoli! I papini e le mammine sindacalisti dei figli. Piena solidarietà alla Preside
Povero liceo Tasso, tempio dell’istruzione Salernitana, considerato una latrina da qualche figlio di papà.
Invece di dargli due ceffoni, lo difendono, ecco perché andiamo sempre peggio.
Siamo al paradosso se non alla follia. Invece di prendere le difese della scuola si ricorre all’avvocato per una sospensione collettiva che dovrebbe avere una valenza educativa e invitare ad una riflessione sia i ragazzi che le loro famiglie. Ma dove vogliamo andare si è perso ogni ritegno. È normale che in mezzo al gruppo di sospesi ci siamo alunni che non hano commesso nessun gesto scellerato e potrebbero essere innocenti, ma la famiglia a scopo educativo e simbolico dovrebbe sostenere la tesi della preside e non trovare inutili attenuanti. Ma quando cresceranno questi ragazzi se non si assumono mai una responsabilità e sono sempre difesi dai genitori? Probabilmente mai. Però, con questo stratagemma, anche se viziati e immaturi potranno vantarsi di essere stati promossi a pieni voti perché un avvocato è stato capace di difendere i loro sacri interessi. Che pena, che raccapricciante squallore umano.