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De Luca: «Se liste d’attesa sono lunghe è colpa di un governo di cialtroni»

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«Possiamo considerarci ancora una sanità pubblica, ma non per molto tempo se l’atteggiamento del Governo rimane quello di oggi, che è totalmente irresponsabile». Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine di una conferenza stampa nella sede della Regione di Palazzo Santa Lucia, a Napoli. «Se le liste di attesa sono lunghe è colpa del Governo? Assolutamente sì – ha aggiunto De Luca – se non c’è il personale e non ci sono le risorse, come si svuotano le liste di attesa? Dobbiamo avere il personale dedicato a queste attività.

Se l’Italia è indietro rispetto alla Germania, alla Francia e alla Gran Bretagna per decine di miliardi nel finanziamento della sanità pubblica, è evidente che c’è qualcuno che ha in testa un altro modello di sanità. I nostri confratelli che stanno al Governo a Roma non sono ingenui, c’è qualcuno che ha in testa l’idea della sanità fatta con le assicurazioni private. Dobbiamo combattere con le unghie e con i denti contro questo modello che hanno in testa».

Presentando il progetto della Regione Campania di accordi con il comparto sanitario privato per svuotare le liste d’attesa, De Luca ha spiegato che «l’obiettivo è garantire comunque la salute dei cittadini. Al cittadino interessa relativamente sapere se la prestazione gli arriva da una struttura pubblica o privata, al cittadino interessa la qualità della prestazione.

Qui dobbiamo stare attenti e fare dei controlli assolutamente rigorosi, ma è evidente che è irrinunciabile una sanità pubblica, sia perché è quella che parla alla povera gente, sia perché le prestazioni di eccellenza non può che garantirle la sanità pubblica. Ci sono tecnologie che costano decine e decine di milioni. Come se ne esce? Se ne esce – ha proseguito De Luca – avendo un Governo di persone serie e non di cialtroni, come avevamo prima e come abbiamo oggi. Come uscirne se nella legge di bilancio approvata a dicembre stanziano solo 2 miliardi di euro per la sanità pubblica? Due miliardi ci servono solo a pagare l’aumento dei costi dell’energia nelle strutture sanitarie.

Se non c’è un euro in più per il personale medico, se nessuno pensa al problema del personale, se continuiamo ad avere il numero chiuso alle facoltà di medicina, se siamo a questi livelli di demenzialità c’è da essere veramente disperati. Ma siccome siamo gente del Sud, abituata a soffrire, continueremo a combattere, per quel che ci riguarda come Campania abbiamo almeno l’obiettivo di avere perlomeno le stesse risorse medie del sistema sanitario nazionale».

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