Terza sconfitta di fila per il Lecce che cade in casa al cospetto di un Torino che si è presentato al Via del Mare esattamente nel modo atteso: tignoso, cinico, fisico e anche molto a suo agio nelle provocazioni, secondo un vecchio marchio di fabbrica che viene troppo tollerato dalla classe arbitrale. La differenza a vantaggio dagli ospiti l’hanno fatta gli errori dei giallorossi in fase difensiva e la mancanza di concretezza negli ultimi 25 metri, che in parte sembra dipendere anche dalla carenza di fantasia e spunti sulla linea mediana. E così sono arrivati prima il gol di Singo, al 20′ e poi quello di Sanabria, tre minuti dopo.
Nella prima circostanza il calciatore del Torino, che si era fiondato sul secondo palo in beata solitudine, è stato bravo a girare in porta un cross giunto dalla trequarti senza che nessuno dei leccesi andasse a rendere difficoltoso il lancio, peraltro seguito a un calcio piazzato che aveva dato tutto il tempo di organizzarsi. Nella seconda occasione Radonjic è stato molto bravo a saltare Gendrey sulla fascia, entrare in area di rigore resistendo al ritorno del francese e pescare l’attaccante sul primo palo, abile a colpire di prima intenzione, nell’unica maniera in cui poteva.