Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2023 è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il “cliente domestico tipo in tutela” (secondo i dati dell’Arera) è, attualmente, pari a circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 410 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150mila famiglie.
Dal 2004 al 2022, secondo Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.
Ecco perché la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) si è fatta promotrice insieme a Consumerismo No Profit di una petizione online per mantenere l’ora legale tutto l’anno. Per ora sono state superate le 280mila firme.
Intanto, c’è chi fatica a gestire il cambiamento dell’ora e soprattutto a dormire. ”Con il passaggio all’ora legale sono a rischio circa 12 milioni di italiani che soffrono di disturbi del sonno accentuati dal cambiamento di orario”. Lo dice Coldiretti, che sottolinea come spostare di un’ora in avanti le lancette dell’orologio provochi un cambiamento del ciclo del sonno accompagnato da ansia, nervosismo, malumore, mal di testa e tensione muscolare.
L’associazione suggerisce di prestare attenzione all’alimentazione, in stretto rapporto con il sonno. “Ci si addormenta difficilmente a digiuno o comunque non sazi, ma anche nei casi di eccessi alimentari, in particolare con cibi pesanti o con sostanze eccitanti. Pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte caldo e frutta dolce favoriscono il sonno e aiutano l’organismo a rilassarsi”. Da ridurre alimenti conditi con curry, pepe, paprika e sale in abbondanza.
Da evitare prima di andare a letto alimenti come cioccolato, cacao, the e caffè. Oltre ai superalcolici che inducono un sonno di qualità cattiva con risveglio ancora peggiore al mattino. Al contrario consigliabili pasta, riso, orzo, pane e tutti quegli alimenti che contengono un aminoacido, il triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina, il neuromediatore del benessere e il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento.
Ok nella dieta serale anche a legumi, uova bollite, carne, pesce, formaggi freschi. La serotonina aumenta con il consumo di alimenti con zuccheri semplici come la frutta dolce di stagione. Tra le verdure – ricorda ancora la Coldiretti – al primo posto la lattuga, seguita da radicchio rosso e aglio, perché le loro spiccate proprietà sedative conciliano il sonno, ma anche zucca, rape e cavoli.
“I cambiamenti di numerose funzioni dell’organismo (temperatura corporea, frequenza cardiaca, pressione arteriosa, secrezione ormonale e ciclo sonno-veglia) vengono regolati da una serie di molecole specifiche prodotte prevalentemente dall’ipotalamo, ma anche da fattori esterni come il cambio dell’ora, l’alternanza a buio/luce, la temperatura, le esigenze sociali”, spiega Paolo Bianchini, consulente nutrizionale e autore del metodo omonimo.
La ghiandola pineale – prosegue Bianchini – secerne la melatonina, che favorisce il ciclo sonno veglia e viene prodotta solo in condizioni di buio. Possono avvenire delle alterazioni di questo ritmo a seguito di motivazioni endogene oppure a seguito di una mancata ‘sincronizzazione’ tra l’orologio biologico e il ritmo imposto all’esterno, come il caso del cambio dell’ora”.
“Un corretto stile alimentare può mantenere la corretta funzionalità del ritmo circadiano e quindi di un buon ciclo sonno/veglia”. Gli alimenti giusti, secondo Bianchini, sono “quelli che mantengono un buon controllo glicemico e ormonale”. Tanto pesce, dunque, e pochissimi cereali e latticini. Bianchini consiglia soprattutto proteine e verdure. “Parlo di pesce azzurro, come alici, orata, branzino, sgombro o salmone ricco di acidi grassi omega-3, che favoriscono la sintesi di vitamina D, in grado a sua volta di regolare i livelli di melatonina”.
Per Bianchini “vanno evitati sicuramente cibi amidacei come i cereali (anche integrali), la frutta fresca, cioccolato e i latticini. Questi sono tutti alimenti sfavorevoli al pasto serale perché aumentano i livelli di glicemia nel sangue, innescando di conseguenza la produzione di insulina. Questo ormone può provocare attacchi di sonnolenza quasi improvvisa o addirittura insonnia creando ripetuti risvegli notturni”.
Per sfruttare al massimo i benefici della biochimica degli alimenti, inoltre, i tempi dei pasti dovranno avvicinarsi al nuovo orario. “A determinati orari corrispondono funzioni ormonali differenti che comportano un’elaborazione e un’assimilazione a livello biochimico diversa”.
“Per esempio l’orario ottimale del mattino è tra le 7 e le 8.30, perché è in quel lasso di tempo che il fisico accetta meglio gli alimenti con un carico glicemico più elevato. Vale anche per l’ora della cena, che deve essere nutriente ma leggera e che è preferibile si concluda al massimo entro le ore 20.30, per facilitare la digestione e l’addormentamento”, chiude Bianchini.
Fonte: www.tg24.sky.it