Infatti, al terzo piano, del civico 203 del centralissimo Corso Vittorio Emanuele due spietati killer uccidono a colpi d’arma da fuoco l’avvocato Dino Gassani, uno dei più accreditati penalisti e non solo del Foro di Salerno.
I due emissari della famiglia camorristica capeggiata dal temuto e “riverito” Raffaele Cutolo, noto come “O professore”, chiesero all’avv. Gassani di indurre il suo difeso a ritrattare le circostanziate accuse contro la banda che a Vietri sul Mare aveva rapito, a scopo estorsivo, il banchiere Mario Amabile.
L’avv. Dino Gassani rispose con un rifiuto netto e consapevole delle immediate e funeste conseguenze.
I due killer non replicarono alla presa di posizione di Gassani. Estrassero le armi e fecero ripetutamente fuoco contro l’inerme vittima.
Prima di accasciarsi in un lago di sangue Dino Gassani ebbe la forza di scrivere su un foglio “Non posso perdere ogni dignità”-
I due killer prima di lasciare lo studio legale ebbero la freddezza di uccidere anche il fedele segretario, Pino Grimaldi, ex poliziotto
Costituiva pericolo per il clan! Era un testimone scomodo che aveva visto in faccia i due killers e, quindi, andava eliminato come insegna il rituale criminale della camorra.
L’avv. Dino Gassani era in procinto di uscire e stava nella propria abitazione al secondo piano dello stesso stabile dove fu raggiunto dal suono del campanello dello stabile, da due potenziali clienti, ovvero i killers, che fingendosi tali gli chiesero di parlargli con urgenza.
Il delitto scosse l’opinione pubblica per la ferocia e il movente che lo determinarono. Dino Gassani vittima del dovere professionale.
Non per caso, il presidente della Repubblica dell’epoca gli ha conferito la Medaglia d’Oro alla memoria per aver difeso con la vita l’onore della Toga di Avvocato
di Enzo Todaro
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