E da allora Maria Cascone, affetta da una grave invalidità, tra l’altro evidente e riconosciuta al 100 percento, è di fatto “prigioniera” nella sua abitazione.
La vita di Maria Cascone – come riporta il quotidiano “La Città” oggi in edicola – è stata caratterizzata da una lotta costante alle barriere architettoniche.
L’ultima contrarietà, in ordine di tempo, che si trova a combattere ora è questa casa da cui è costretta ad uscire una volta a settimana quando le va bene altrimenti resta reclusa come fosse agli arresti domiciliari ma nel suo caso non ha fatto davvero nulla di male.
Per esprimere le sue rimostranze e chiedere aiuto al Comune si è rivolta pure ad un avvocato che ha inviato due diffide al Comune. «Purtroppo non hanno risposto nemmeno a lui – ha commentato sconsolata – . Se non mi ascolta l’amministrazione comunale, allora chiedo aiuto ai mezzi di informazione. Non ne posso più di questa vita.
O il Comune fa funzionare l’ascensore, che c’è sempre stato ma non ha mai funzionato, oppure mi assegni una nuova casa».
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