Le accuse – come riporta il quotidiano “La Città” oggi in edicola – spaziano dalla turbativa di funzione religiosa e vilipendio di un ministro del culto.
Secondo la pubblica accusa, i capiparanza presero le redini della processione contro le direttive del vescovo.
Furono così realizzate le “girate” che erano state di fatto vietate dall’alto prelato.