“Senza voler entrare nel merito su cosa e come viene informato circa gli eventi che caratterizzano la quotidianità di una delle più complesse unità operative della “sua” azienda, non ci spieghiamo queste esternazioni laddove la realtà narra di una fuga dai Pronto soccorso che ha generato un ampio turnover del personale del comparto letteralmente emigrato verso altre unità operative. La stessa realtà che mostra, di come il fuggi fuggi abbia investito detto personale, di ogni ruolo, indipendentemente dall’anzianità di servizio.
Una realtà complessa, di “trincea”, fonte di stress e di rischio da cui più volte si è alzato il grido di allarme, anche in forma scritta, dagli operatori del comparto stesso, dall’Ordine delle professioni infermieristiche di Salerno con formale diffida, dal Nursind e altre organizzazioni sindacali, dagli organi di stampa e infine, ma non per ultimo, dai cittadini/utenti stessi. Il disagio che vive il personale infermieristico e socio sanitario dei pronto soccorso non è meno importante del disagio dei dirigenti medici.
L’overcrownding, il rischio di burnout, il rischio di malattia professionale, il rischio di errore e la ricerca di condizioni lavorative migliori in altre unità operative travolge tutte le categorie professionali. Le dichiarazioni di D’Amato, in occasione della passerella durante l’inaugurazione del nuovo reparto di Endoscopia all’ospedale Fucito di Mercato San Severino, sono un fulmine a ciel sereno, proprio nel mentre continuiamo a segnalare e denunciare, in tutta l’azienda e non solo nei Pronto soccorso, carenze di risorse umane con mancato rispetto delle normative in tema di orario di lavoro, di difficoltà nella fruizione di ferie con particolare attenzione alle ferie estive e un ricorso all’istituto della prestazione in regime di straordinario con ampio sforamento del fondo contrattuale e dei budget previsti.
Temiamo che, data l’assenza di una strategia di programmazione assunzionale e di un piano di fabbisogno del personale per singole categorie, si arriverà ad una situazione di grave rischio per la funzionalità delle varie unità operative e dei pronto soccorso in cui le ricadute saranno tutte per gli operatori del comparto e degli utenti bisognosi dei servizi sanitari. Proprio per la narrativa di cui sopra e proprio perché dovrebbe sapere che l’esercizio dialettico di un direttore generale incide e si configura come strategia favorente, o in questo caso sfavorente, lo sviluppo e il mantenimento di quel senso di appartenenza e attaccamento verso l’azienda stessa e proprio perché di forme premianti di incentivazione economica o morale per il personale del comparto dei Pronto soccorso, ad oggi, non se ne è vista nemmeno l’ombra, di contro non si è fatto sfuggire l’occasione per sbandierare alla stampa che criticità e carenze di infermieri ed operatori socio sanitari non ve ne siano e che l’unica criticità riguarda il personale medico che siamo a chiedere le sue dimissioni dalla carica di direttore generale del “Ruggi”. Fiduciosi nell’accoglimento della nostra richiesta, siamo anche a chiederle di porgere le sue scuse a tutto il personale del comparto dei pronto soccorso e di tutte le unità operative aziendali”.
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