Il pallone che rotola per le strade e i luoghi “di battaglia” dei ragazzini del rione Pastena. Le partite infinite nei pomeriggi assolati, il sogno di vestire un giorno proprio quella maglia. Come sperano tutti i ragazzini. Sydney però il calciatore proprio non ha avuto occasione di diventarlo. «Sono un regista cinematografico, ho fatto anche l’attore, di sicuro volevo fare il Dj – come il protagonista di “Mixed by Erry” – perché la musica da sempre fa parte del mio mondo: ma quando il calcio chiama, dimentico ogni cosa».
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Tifoso a 360 gradi. Anzi, di più. La maglia della Salernitana, ad esempio, l’ha messa recentemente a Rai Radio2, durante la trasmissione “Social Club” condotta da Luca Barbarossa, un altro che vive di pane, pallone e musica.
«Volevo mostrare la mia anima più autentica. Anche in radio, che però oggi diventa pure immagine perché va in diretta sui social».
Allora che succede a Sydney Sibilia quando gioca la Salernitana? «Torno ragazzino, ai tempi in cui non saltavo una partita tifando a più non posso dagli spalti dell’Arechi».
Qualcuno sussurra che perfino le presentazioni del film abbiano – in un certo senso – seguito il calendario delle partite della squadra del cuore. «Davvero?», dice Sydney facendo l’occhiolino ma con un’aria più che compiaciuta.
E aggiunge: «È vero, mi sento male per la tensione durante le partite. Mica è facile essere tifoso della Salernitana, essere in Serie A mica capita sempre. Ti scontri con avversari che prima vedevi solo in televisione. E te la giochi, con tutti. Ecco perché questo è il periodo più bello della mia vita».
Un concetto che Sydney ripete: «Questa squadra è la più bella di tutti i tempi, quando inizia la partita può arrivare qualunque risultato. Contro chiunque. E al tifoso piace l’idea di essere in grado di vincere, questa è l’essenza del tifo sano».
L’impresa della salvezza dello scorso campionato, quella su cui nessuno ad un certo punto avrebbe scommesso un penny bucato, resta negli annali: «Ho esultato come se avessimo vinto lo scuidetto, mi sembrava di volare».
Certo non può mancare un pensiero alla Salernitana degli Anni 90, quella di Delio Rossi: «Credo che da lì sia partito tutto, la grandezza di oggi prende vita dall’idea che attraverso il bel gioco si possono superare ostacoli impensabili. Ma ora lasciatemi godere lo spettacolo». Detto da un regista… Allora ciak, si gioca.
Fonte Leggo.it
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