Ochoa – scrive la Gazzetta – non rinuncia a quesadillas (una tortilla di mais ripiena di formaggio) e ai tacos. li mangia spesso per sentirsi più vicino a casa. Il 13 è il suo numero. Il 13 è il suo giorno di nascita, il 13 è il giorno in cui ha esordito in Nazionale, alle ore 13, e la sua partita capolavoro con un club, Psg-Ajaccio 1-1 con Cavani che acciuffa il pari all’ultimo dopo una serie di prodigi di Ochoa, è stata nel 2013.
Si chiama Guillermo, ma nessuno lo chiama così. Ochoa è conosciuto da tutti come Memo. “È così che la gente mi chiamava quando ero bambino. I miei genitori mi chiamavano Guillermo solo quando erano arrabbiati con me. Non mi piace nessuno dei miei altri soprannomi, però, perché non hanno niente a che fare con la mia vita o con me come persona”.
Per arrivare al sesto mondiale Ochoa ha deciso di passare da Salerno. “Non potevo dire di no, vogliamo salvarci il prima possibile – ha detto al suo arrivo -. Ho sempre cercato di essere un esempio per i giovani e di essere un atleta responsabile: proprio per queste mie caratteristiche spero di disputare il mio sesto Mondiale”.