“Dalla lettura data a questa iniziativa – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – emerge l’intenzione del Ministro Schillaci di depenalizzare la responsabilità medica, mantenendo solo quella civile. Questo da una parte per accorciare le liste di attesa e dall’altra per contrastare i ricorsi dei pazienti, un problema per la sanità e per la giustizia, già in affanno. Le organizzazioni che rappresentano medici ed operatori sanitari esultano e nel farlo citano un recente studio Eurispes che ha rilevato che solo nel Tribunale di Roma oltre il 70% delle cause in sede penale si conclude con l’assoluzione non comportando il coinvolgimento dei medici. Viene citato anche un numero enorme di cause contro il personale medico e le strutture sanitarie.
Ecco, questa narrazione non ci convince. Ad esempio, restando allo studio che riguarda la capitale, cosa ne facciamo del restante 30% dei pazienti? È un numero che non vale niente? Naturalmente non può e non deve essere così. Crediamo che nel quadro tracciato dal Ministro Schillaci per motivare la sua iniziativa manchi una parte importante, non c’è il punto di vista dei pazienti. È una lacuna grave. Per questo chiediamo l’apertura di un confronto tra il Ministro della Salute e le associazioni dei consumatori sul tema della responsabilità medica così da poter rappresentare anche quello che succede negli ospedali, dando voce ai cittadini.
I casi di malasanità, purtroppo, sono all’ordine del giorno tra errori dei medici, negligenze degli operatori sanitari ed inefficienze delle strutture, tra operazioni sbagliate, diagnosi errate o attese infinite per un esame o un trasferimento in ambulanza. Se si decide di affrontare il tema della responsabilità medica, crediamo sia doveroso trattare anche questi aspetti, altrimenti si ha una visione parziale e inesatta della realtà, ben diversa da quella raccontata dalle organizzazioni che rappresentano medici ed operatori sanitari, e che trattano i pazienti come numeri”.