La vicenda risale al settembre scorso quando la ragazza si è presentata in questura denunciando di aver subito una violenza sessuale il giorno prima. Poi ha raccontato il resto della storia. Agli agenti – che hanno attivato il cosiddetto percorso rosa con l’ausilio di esperti in psicologia – ha riferito che dal 2020 veniva continuamente minacciata e molestata da un giovane con il quale aveva avviato una relazione: una situazione che l’aveva fatta sprofondare in uno stato di soggezione psicologica, tale da provocarle un “perdurante e grave stato di ansia e paura”. La ragazza – di cui il giovane controllava i movimenti, le chat e i contenuti del cellulare – ha cominciato a temere per l’incolumità sua e dei suoi familiari, ha cambiato abitudini ed è arrivata perfino a compiere atti di autolesionismo.
Così sono scattate le indagini della polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica. Sono stati quindi acquisiti i files audio e le immagini presenti sul telefono della ragazza, i referti medici relativi alle lesioni subite e al suo stato di pressione psicologica e acquisite informazioni dalle persone a lei vicine. Gli accertamenti hanno confermato il quadro accusatorio, compresa la circostanza in cui l’indagato ha prima aggredito fisicamente la minore colpendola con schiaffi e pugni al volto per sottrarle il cellulare, poi l’ha violentata.
(ANSA).