Al contempo, si registrano copiose preoccupazioni per lo stato dell’economia, dell’ambiente e della sicurezza mondiale. In particolare, relativamente agli aspetti strettamente economici, il 2023 si apre con l’attesa di un aumento dei prezzi, dei tassi di interesse, della inflazione e dei livelli di disoccupazione. Ipsos Global Trends – indagine che ha coinvolto oltre 48.000 persone in 50 Paesi – ha evidenziato tendenze e prospettive future che riguardano anche la sfera economica.
In casa nostra, il timore per l’inflazione e l’aumento dei prezzi si colloca al secondo posto, subito dopo la disoccupazione. Le evidenze dell’Osservatorio raccontano di un Paese polarizzato tra soddisfatti e insoddisfatti della propria condizione, dove i primi prevalgono leggermente sui secondi (52% contro 48%) rispetto ad una situazione opposta registrata nel corso del 2022.
Inoltre, le aspettative per la propria condizione economica risultano stabili per i prossimi 12 mesi per 7 persone su 10. Si va ad accentuare una situazione di preoccupazione e disagio per quelle fasce di popolazione che si dichiarano già in difficoltà, anche se la preoccupazione raggiunge quasi tutte le famiglie.
Ad oggi, le spese “energetiche” hanno sicuramente distolto risorse da altre tipologie di acquisti, ma le persone in Italia cercano di mantenere inalterati i propri panieri di consumo attraverso il ricorso a strategie di contenimento della spesa per gli altri prodotti e servizi.
Non una rinuncia, quindi, ma piuttosto uno scendere a compromessi rispetto, alle proprie consuetudini d’acquisto, ai propri brand abituali, ai canali, con una significativa apertura al nuovo. Ogni categoria di prodotto vede attuare dal consumatore logiche specifiche e differenti: ad esempio, relativamente ai beni semi-durevoli, si accentua la volontà di posticipare gli acquisti al 2024 o addirittura di rinunciare.
Risulta difficile assumere decisioni importanti quando c’è poca chiarezza su ciò che potrebbe portare il domani.
Tony Ardito