In più il sindaco Vincenzo Napoli, ha esposto Salerno al pubblico ludibrio, offrendo alla Salernitana una convenzione di 6 anni, rinnovabile per altri 6, a condizioni inique tanto per la Società quanto per la cittadinanza.
Da un lato, l’amministrazione avrebbe potuto offrire alla società granata una convenzione per lo stadio più duratura, in grado di consentirle davvero una progettazione strutturale solida, foriera di investimenti di capitale idonei a portare prestigio al territorio e anche ricadute economiche per tutta la cittadinanza. Avrebbe sul punto, come contrappeso, potuto magari vincolare la Salernitana alla realizzazione, con annesso cronoprogramma, di un progetto per la gestione e manutenzione di tutte quelle strutture sportive che da anni il Comune non riesce più a manutenere, in un’ottica integrata di progettazione di una città dello sport.
E proprio su questo aspetto, la convenzione ricade in termini negativi sulla città. Trattare una società di Serie A – principale squadra di calcio del territorio – come l’inquilino di un appartamento a uso transitorio, prevedere introiti che non verranno mai reinvestiti nelle strutture sportive pubbliche presenti in città. Una pessima figura ed un messaggio chiaro a tutti quegli imprenditori che in futuro avrebbero potuto investire proprio qui, dove la necessità supera l’ordinario e quest’ultimo diventa “straordinario”.
Ma oramai il dado è tratto e il tempo stringe. Non tutto è perduto: si è ancora in tempo per aprire un canale istituzionale e mettere nero su bianco, come postilla o condizione, la possibilità di aggiornare la convenzione a seconda delle esigenze e a seconda delle innovative proposte che il presidente dell’ippocampo Danilo Iervolino ha mostrato di poter realizzare, in breve tempo. Condizione e possibilità che potrebbe fare bene ad entrambi gli attori principali della questione ma soprattutto ai reali protagonisti: i tifosi e i cittadini tutti. Ora ci troviamo in un pantano dal quale sarà difficile uscire, con uno stadio in cui al presidente Iervolino non conviene investire e con le strutture sportive pubbliche della città che continuano e continueranno a cadere a pezzi. L’ennesimo autogol di una amministrazione allo sbando”.