L’incremento in esame è calcolato nella misura pari a 1,5 punti percentuali per l’anno 2023, elevati a 6,4 punti percentuali per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni, e di 2,7 punti percentuali per l’anno 2024
La circolare Inps riporta tabelle con alcuni esempi. Considerando che l’incremento è pari a 1,5 punti percentuali per l’anno 2023, chi ha meno di 75 anni e un assegno complessivo di 563,74 (il minimo Inps) otterrà 8,46 euro in più, quindi 572,20 in totale. Chi invece ha più di 75 anni avrà una maggiorazione di 36,08, che porterà l’assegno a 599,82 euro
L’adeguamento sulla base dell’indice di rivalutazione definitivo sarà effettuato in sede di perequazione per l’anno 2024. Nel caso in cui l’importo mensile complessivo in pagamento sia inferiore al trattamento minimo, l’incremento è riconosciuto utilizzando come base questo stesso calcolo.
Come si legge nella circolare, l’incremento è riconosciuto con riferimento all’importo mensile lordo dei trattamenti pensionistici complessivamente goduti dal beneficiario, determinato sulla base della normativa vigente prima della data di entrata in vigore della legge n. 197 del 2022
Con riferimento alle pensioni liquidate con decorrenza dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, l’incremento sarà calcolato tenendo conto dell’importo del trattamento minimo Inps previsto per gli anni di riferimento
L’aumento in questione sarà corrisposto con la stessa cadenza di pagamento della pensione (mensile, semestrale o annuale) e sarà evidenziato sul cedolino mensile con una voce specifica apposita
Inoltre con il primo pagamento vengono corrisposti anche gli arretrati spettanti dal 1° gennaio 2023 o dalla decorrenza della pensione, se successiva