Nella mia memoria rivisitata vedo un ragazzo di dieci anni che chiedeva al genitore che cosa fosse quel recinto guardato a vista dalla polizia in cui erano stati rinchiusi tanti uomini italiani e stranieri momentaneamente residenti del nostro paese.
La risposta fu tranciant! Erano persone che negavano la dittatura fascista e lottavano per ripristinare il libero fluire dei pensieri.
Finalmente ai giornali non venivano più trasmesse le veline di Stato, gli ebrei non erano più una razza inferiore rispetto a quella italiana
Oggi ogni comune, grande o piccolo che sia, celebra la ricorrenza del 25 aprile. Anche Salerno con il consueto cerimoniale e il consueto corteo sfilerà per le strade principali e ricorderà il significato storico, politico del 25 aprile
Non ci sarà nel corteo un uomo con i capelli bianchi, basso di statura ed al collo il fazzoletto dei deportati nei campi di sterminio nazisti. Sfuggito miracolosamente ai forni crematori di Dachau.
Si chiamava Antonio Iacuzzo!
Figura ben nota agli alunni delle scuole superiori di Salerno ai quali raccontava con voce rotta della commozione la sua triste vicenda di anonimo soldato italiano che si rifiutò di collaborare con l’esercito nazista in nome del giuramento alla Patria
Le sue memorie furono raccolte in una pubblicazione dal titolo “Da Salerno a Dachau” sponsorizzata dall’allora Assessore alla Cultura, Ermanno Guerra e curata da me
Antonio Iacuzzo sperava che l’amministrazione comunale sponsorizzasse la seconda edizione di “Da Salerno a Dachau” in cui inserire fatti, circostanze, persecuzioni, minacce omesse per pura distrazione nella prima edizione
Alla disponibilità del Sindaco Enzo Napoli faceva riscontro l’intoppo burocratico di un ex funzionario in pensione che secondo “La Legge Madia” non aveva titolo decisionale
La pubblicazione di Antonio Iacuzzo non è stata ricordata da nessuno e tanto meno da chi aveva l’obbligo istituzionale e morale di farlo.
Antonio Iacuzzo era un uomo semplice che mai avrebbe pensato di far parte di qualche cerchio magico per non essere ignorato. E’ la storia che fa la cronaca!
di Enzo Todaro