Non è azzardato definire l’evento storico, sia perché, a sessant’anni di distanza, tra le architetture della cattedrale salernitana si sono viste di nuovo – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – le forme rituali della messa tridentina con il celebrante rivolto alla Croce al centro dell’altare, sia perché, nei tempi di restrizione imposti da papa Francesco a questa celebrazione nella forma straordinaria, l’arcivescovo Andrea Bellandi ha concesso non solo l’uso del duomo, ma soprattutto del suo altare pontificale, debitamente adattato al rito.
Celebrante d’eccezione è stato don Nicola Bux, già consultore con Ratzinger alla Congregazione vaticana per il Culto divino e docente di Liturgie orientali presso vari Atenei pontifici.
La cospicua partecipazione dei fedeli che si richiamano a questa particolare forma liturgica ha testimoniato come, lungi dall’essere compressa entro i limiti angusti delle direttive vaticane, essa conosce una diffusione specie presso le più giovani generazioni, che non possono essere tacciate di sentimenti passatisti.
La liturgia, nella forma solenne della messa cantata, è stata accompagnata dal canto gregoriano delle suore di Cristo Re Sommo Sacerdote di Barra, la cui esecuzione ha conferito alla messa l’elevazione più adeguata.