Parallelamente a tale percorso l’ospedale ha attivato un ambulatorio di terapia del dolore che, già in questa prima fase di attività, garantisce oltre 200 visite al mese. La struttura può contare su due anestesisti responsabili del servizio, su personale infermieristico dedicato e su venti medici del reparto di Rianimazione del Dipartimento di Emergenza. L’ambulatorio per il trattamento del dolore seguirà sia i pazienti affetti da dolore cronico dimessi dall’ospedale che quelli che accedono dall’esterno mediante prenotazione al CUP su prescrizione del medico di famiglia.
Dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’AORN Cardarelli “Abbiamo ritenuto fondamentale avviare un percorso organizzativo che permetta un trattamento uniforme del dolore all’interno dei diversi reparti per garantire a tutti i pazienti gli stessi standard di cura. L’integrazione di tale attività con l’allestimento di un ambulatorio dedicato al trattamento del dolore permetterà di garantire continuità terapeutica ai nostri pazienti ed assicurare nuove opportunità di assistenza a quanti verranno dall’esterno.”
Attualmente l’equipe del Cardarelli per la Terapia del Dolore, oltre ad utilizzare protocolli farmacologici specifici, utilizza trattamenti microinvasivi per il dolore cronico quali stimolazioni elettriche percutanee e transdermiche.
Dice Maria Giovanna De Cristofaro, Direttore dell’UOC Rianimazione DEA: “Il percorso “Ospedale senza dolore” ci permette di standardizzare il trattamento analgesico, omologando le terapie e le procedure. Per prima cosa abbiamo ampliato la sezione della cartella clinica informatizzata dedicata al dolore, integrandola con tutte le scale di rilevazione e con le informazioni cliniche necessarie al trattamento antalgico, indipendentemente dalla patologia specifica.
Ovviamente il dolore nel Cardarelli è già trattato in tutti i reparti soprattutto nei pazienti oncologici, traumatizzati, e in quanti sono in fase post-operatoria. Ciò che stiamo facendo ora è dare la massima attenzione alla rilevazione dei primi sintomi dolorosi, inquadrarli nella loro caratteristica, dare loro la giusta terapia – sia essa farmacologica o miniinvasiva – e contiamo, condividendolo con tutti i colleghi specialisti coinvolti, di arrivare in tempi rapidi a uno specifico protocollo diagnostico-terapeutico aziendale.”