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Il Consiglio dei ministri approva il decreto lavoro. Ecco cosa prevede

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto lavoro.

Per quanto riguarda i “contratti a termine, quello che ho letto non è quello che troverete nella norma perché l’obiettivo non era certo quello di rendere più precario l’utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l’interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficoltà applicative”, ha detto la ministra del lavoro Marina Elvira Calderone al termine del cdm.

“Questo è un governo di legislatura i nostri non sono interventi spot, hanno una una visione”, ha aggiunto Calderone a chi le chiede delle critiche avanzate sul fatto che il provvedimento sul lavoro sia senza una visione.

“Abbiamo approvato il pacchetto lavoro – ha aggiunto la ministra –  In una giornata dedicata al governo e ai lavoratori, anche il governo ha introdotto dei provvedimenti importanti a sostegno delle famiglie con un intervento sul cuneo contributivo e poi c’è un intervento annunciato da tempo che è l’introduzione del nuovo strumento di inclusione sociale, l’assegno di inclusione”.

Già in legge di Bilancio il governo era intervenuto per rifinanziare il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Nel Documento di economia e finanza sono stati stanziati altri 3,5 miliardi di euro per un nuovo abbassamento delle tasse sul lavoro e, di conseguenza, per lasciare più soldi in busta paga. Il taglio di 3 punti per i redditi sotto i 25 mila euro arriva al 7%, mentre per quelli tra i 25 e i 35 mila (che era di 2 punti) passa al 6%. Resterà in vigore per cinque mesi.

Fringe benefit detassati fino a 3 mila euro

Nel decreto Lavoro ci sono anche misure in materia di welfare aziendale, come la detassazione dei fringe benefit fino a 3 mila euro per i lavoratori dipendenti che hanno figli. Sarà in vigore per tutto il 2023, in deroga da quanto previsto dalla normativa sulle imposte sui redditi.

Addio al Reddito di cittadinanza

Con il nuovo provvedimento il governo Meloni dice definitivamente addio al Reddito di cittadinanza. Al suo posto arrivano due misure distinte, per separare i cosiddetti “occupabili” da chi non può lavorare. Per questi ultimi, cioè per i nuclei familiari con minori, over 60 o disabili a carico, arriva l’assegno di inclusione (per un massimo di 500 euro al mese, da moltiplicare secondo la scala di equivalenza per ogni componente del nucleo familiare). Per chi può lavorare, invece, sarà previsto lo strumento di attivazione: sarà di 350 euro al mese, ma per riceverlo bisognerà attivarsi presso i centri per l’impiego e partecipare ad attività formative o a progetti utili per la comunità. Se si riceve un’offerta di lavoro a tempo indeterminato (o a tempo determinato superiore di 12 mesi) scatta l’obbligo di accettazione su tutto il territorio nazionale, pena la perdita del beneficio.

Incentivi per le imprese che assumono i percettori del sussidio

Sono previsti anche incentivi per le imprese che assumono i beneficiari dell’assegno di inclusione. Per un anno sarà riconosciuto l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8 mila euro.

Contributo per l’affitto

Per i percettori dell’assegno di inclusione è anche previsto un contributo per l’affitto, per un massimo di 3.360 annui.

Contratti a termine

Il governo intende modificare il decreto Dignità, che aveva fissato a 12 mesi (prorogabili per un altro anno in presenza di specifiche causali) il tempo massimo in cui un dipendente può essere assunto a tempo determinato. Il governo ora vuole diminuire i vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno, spostando il limite a 24 mesi. Le causali poi andranno affidate ai contratti collettivi.

Voucher

Per quanto riguarda i voucher, il governo alzerà il tetto per le prestazioni di lavoro occasionale da 10 mila a 15 mila euro. La novità sarà valida per i lavoratori delle fiere, degli eventi, dei parchi di divertimento e degli stabilimenti termali. Insomma, dei settori dove c’è un forte bisogno di stagionali.

 

 

 

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