“Vengo da due anni e mezzo di reggenza. Sono stati anni in cui ci si è dovuti confrontare con un’emergenza epidemiologica mondiale che ha portato tutte le aziende del settore ad avere un impatto decisamente negativo sotto molteplici punti di vista. Il lockdown prima e le successive restrizioni poi, hanno portato i volumi di traffico al 50% del periodo pre-Covid. Si è interrotto un trend positivo che aveva visto crescere la domanda di trasporto negli ultimi 5 anni del 15%.
Tutto questo in un momento in cui c’era la necessità di rinnovare un contratto nazionale di categoria scaduto già da parecchi anni, per portare quelle migliorie necessarie all’organizzazione del lavoro. Troppe infatti sono ancora le criticità che permangono da diversi anni soprattutto per ciò che riguarda la gestione della produzione e gli impatti che questa genera sui turni del personale viaggiante. Nota dolente ormai del lavoro degli autoferrotranvieri ormai impegnati giornalmente quasi sempre almeno per 10 ore. Ogni giorno infatti ognuno di noi deve confrontarsi con turni massacranti che ti portano lontano da casa troppe ore rendendo difficile il conciliare la vita lavorativa con quella personale e familiare”, ha detto. “Certamente è compito della federazione proseguire con la formazione attraverso corsi che consentano di mantenere al passo anche nelle evoluzioni normative.
Tornando per un attimo alla fine dell’emergenza epidemiologica proprio proclamato qualche giorno fa, mi preme ricordare quanto ancora a tutt’oggi gli orari delle corse non sia ancora rientrato ad orari pre-Covid e rimasto, quindi, ad orari da lockdown. Bisogna fare capire alle aziende che vogliono dei risultati sull’evasione, che c’è la necessità di avere un filtro a terra per impedire la salita a bordo di clienti sprovvisti di biglietti, limitando così episodi di tensione a bordo che sono spesso l’anticamera di minacce e d aggressioni.
La principale problematica nel settore del trasporto è quella di reperire la figura del personale viaggiante, infatti sono ormai anni che le aziende lamentano la difficoltà nel trovare autisti. Costi enormi per prendere le varie patenti, rinnovi troppo costosi e varie problematiche, tra cui il salario, hanno portato la figura dell’autoferrotranviere in estinzione. Purtroppo giornalmente sono costretto a vedere buste paga da fame, con accordi di secondo livello ormai ridotti ai minimi termini, per non parlare poi di un contratto nazionale di categoria non aggiornato completamente al costo della vita e ad una inflazione che ha portato il nostro stipendio tra i più bassi.
Chiedo a tutti la massima collaborazione e partecipazione per continuare a combattere con forza le attuali battaglie e quelle che dobbiamo portare avanti con coraggio e determinazione in un futuro prossimo. Noi siamo il sindacato del fare e non dell’apparire e spero che insieme faremo tante battaglie, anche perché ce ne sono e ce ne saranno da fare e nel nostro piccolo. Un passo alla volta, saremo gli artefici di un miglioramento dovuto alla nostra categoria che muove il mondo e le persone che lo popolano”.