L‘inchiesta della magistratura sta provando a far luce sulle cause che hanno generato la tragedia di Ravello.
Il muretto di circa 60 centimetri non ha retto l’urto, a velocità contenuta, del minibus guidato da Nicola Fusco, 29enne di Agerola, e si è letteralmente sgretolato dando il via al volo che ha portato allo schianto del mezzo, oltre venti metri più in basso, provocando la morte del giovane autista.
In quel tratto di strada della ex statale 373, nel comune di Ravello, la velocità di percorrenza – come riporta il quotidiano “La Città” oggi in edicola – è estremamente bassa, per la curva a gomito che precede il tratto dell’impatto, e come confermato anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.
Viaggiare su strade con parapetti che non riescono a garantire la minima sicurezza rappresenta di per sé un pericolo. Eppure un avvertimento era arrivato nell’aprile del 2021 quando, in località Cigliano sul versante Valle del Dragone, a poche decine di metri dal punto dell’impatto del minibus guidato da Fusco, si è verificato il crollo di parte del parapetto esterno alla carreggiata.
A provocare quel cedimento, avvenuto nella notte, probabilmente un mezzo che vi si era scontrato.