Le indagini, eseguite dalla Compagnia di Vallo della Lucania, hanno riguardato le spese sostenute dal Comune di Perito per i lavori di “ristrutturazione, adeguamento e completamento della rete idrica e fognaria, e la realizzazione di un impianto di depurazione“, oltre a lavori complementari e alla realizzazione di un impianto di videosorveglianza.
Nello specifico, l’esame della copiosa documentazione acquisita ha permesso di rilevare che le somme (oggetto di finanziamento regionale) destinate alla realizzazione del depuratore, erano state liquidate, alle imprese ed ai tecnici, nonostante l’impianto, come accertato in sede di ispezione sul sito, non fosse mai entrato in funzione, in quanto carente dei necessari collegamenti con la rete fognaria esistente.
Ulteriori approfondimenti, inoltre, hanno permesso di accertare che, l’appalto per i lavori della videosorveglianza, erano stati affidati alla stessa ditta esecutrice dei lavori per l’impianto di depurazione, senza indire alcuna gara pubblica, nonostante l’importo stanziato dalla Regione fosse di oltre 400mila euro, somma nettamente superiore alla soglia dei 40mila euro prevista dalla normativa di settore per un affido diretto.
Per garantire il recupero di quanto indebitamente percepito, il G.I.P. del Tribunale cilentano ha emesso un decreto di sequestro preventivo del profitto del reato, eseguito sui conti correnti delle tre società coinvolte e dei loro rappresentanti legali, del R.U.P., del progettista e del collaudatore dell’opera pubblica, per un importo complessivo di quasi 3,5 milioni di euro.
Si specifica che il provvedimento di sequestro preventivo è stato eseguito nell’attuale fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenzi penale irrevocabile.
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