A volte rimpiangiamo quasi, una bella lettera scritta a mano ,o l’attesa dello scampanellio di un postino che bussava sempre due volte.
Per non parlare della televisione che aveva uno al massimo due canali, senza telecomando.
Dovevamo alzarci e girare una manopola per cambiare la rete televisiva ,che si limitava al primo o al secondo canale Rai.
Ci ritornano alla mente anche gli appuntamenti presi ,magari il giorno prima ,con la persona cara, ed il gettone acquistato per telefonare da una cabina telefonica e comprendere il ritardo allo stesso appuntamento.
Erano certamente tempi più lunghi, ma anche importanti, perchè si aveva la possibilità in quel lasso di tempo, di riflettere di più, di gustare meglio il tempo dell’attesa.
Forse è proprio questo che ci manca,..il tempo dell’attesa.
Quello che in definitiva dà il giusto peso ed equilibrio alle cose, che magari arrivavano molto più lentamente ,ma erano quelle misurate, maturate nel modo giusto.
Ci manca questo, siamo invece presi dalla continua smania , di avere tutto e subito, a portata di mano, perfino al cinema o a teatro, vorremmo cambiare con il telecomando quello che stiamo vedendo o scorrere velocemente una scena, che magari si allunga secondo i nostri gusti.
Dovremmo allora forse ritornare ad assaporare ,quelle sensazioni, magari vivendo in un luogo ,senza internet, telefonini e telecomando.
Un pò di giorni per comprendere bene le differenze e fare un paragone tra passato e presente.
Potremmo anche farlo a casa nostra, basta spegnere il computer, telefonino e dimenticare il telecomando.
In fondo provare per capire e confrontare ,non è una cosa così difficile da fare.
Basta poco..che ce vò!!!!!
di Claudio Tortora
cominciamo dalle cose piccole: le virgole!