Medaglia d’argento per Bolzano, che perde lo storico primato e dove il rialzo dei prezzi dell’8,5% determina un incremento di spesa annuo pari a 2259 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Siena che con +9,6%, la seconda inflazione più alta d’Italia, ha una spesa supplementare pari a 2164 euro annui per una famiglia tipo.
Al quarto posto Varese, +8,1%, con una stangata pari a 2136 euro per una famiglia media.
Seguono Trento (+8,1%, +2120 euro), Grosseto (+9,4%, +2119 euro), al settimo posto Genova la città che, ex aequo con Brindisi, ha l’inflazione più alta d’Italia (+9,7%, +2114 euro), poi Mantova (+8,3%, +2107 euro), Como (+7,9%, pari a 2083 euro). Chiude la top ten Lecco (+8,2%, +2082 euro).
Sull’altro fronte della classifica, la città più virtuosa d’Italia in termini di spesa aggiuntiva più bassa è Potenza, con l’inflazione più bassa del Paese (+5,8%) e dove in media si spendono “solo” 1145 euro in più. Al 2° posto Catanzaro (+6,8%, +1270 euro). Medaglia di bronzo Campobasso (+7,3%, +1337 euro).
Seguono, nella classifica delle risparmiose, Reggio Calabria (+7,3%, +1363 euro), Cagliari (+7,4%, +1390 euro), Sassari (+7,8%, +1404 euro), poi al settimo posto Bari (+8,2%, +1423 euro), Ancona (+7,2%, +1431 euro), Caserta (+7,4%, +1439 euro). Chiudono la top ten delle migliori Caltanissetta e Trapani, ex aequo con +8,1%, pari a 1545 euro.
In testa alla classifica delle regioni più “costose” (Tabella n. 2), con un’inflazione annua a +8,2%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 2131 euro su base annua. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi dell’8% implica un’impennata del costo della vita pari a 2079 euro, terza la Liguria, che con l’inflazione più alta d’Italia, +9,7%, ha un rincaro annuo di 2001 euro.
La regione più risparmiosa è la Basilicata, +5,9%, pari a 1142 euro, seguita dal Molise (+7,4%, +1355 euro). Medaglia di Bronzo per la Puglia (+8,6%, +1392 euro).