L’azienda calcio di serie A, alla data del 30 giugno 2022 (stagione sportiva 2021/22), ha determinato i seguenti valori di bilancio : perdite aggregate (1.051 mld euro), ricavi al netto delle plusvalenze (2,5 mld), costi di gestione (3,9 mld), debiti (3,3 mld), debiti vs banche (1,5 mld ), debiti vs erario (739 mln euro).
Solo due societa’ con “bilanci in utile” Atalanta (+35,1 mln euro) e Fiorentina (+46,8), “bilanci con segno negativo” per Bologna (- 46,7Mln), Cagliari (-16,2), Empoli (3,5), Genoa ( -42,3), Inter (-140,1), Juventus
(-239,3), Lazio (-17,4), Milan (-66,5), Napoli ( -52), Roma (-219,3), Salernitana (-16,8), Sampdoria (-24,4), Sassuolo (-13,9), Spezia (-17,7), Torino (-37,8), Udinese (-69,1),Venezia (-23,8), Verona (-5,1). (Fonte Gazzetta dello Sport)
Bisogna rilevare che il valore del “costo degli stipendi calciatori, allenatori, tecnici”, determina un’incidenza del 75-77% del “valore della produzione dei club di calcio!!
I tifosi dell’azienda calcio, negli ultimi periodi, oltre a discutere di “moduli e schemi” della propria squadra del cuore, gli stessi si confrontano anche con le tematiche del “doping amministrativo”, legate alle plusvalenze dei calciatori, dichiarazioni fiscali fraudolente e false comunicazioni sociali.
Le indagini “penali” e della “giustizia sportiva” attivate verso le societa’ di calcio , risultano finalizzate ad accertare eventuali “reati penali tributari e di falso in bilancio” , situazioni che mettono in fuori gioco “la sostenibilita’ dell’azienda calcio “ , e creano preoccupazioni ai propri supporters, che temono penalizzazioni per il club di riferimento.
Un’eventuale “errata valutazione delle plusvalenze” dei calciatori, determina per le societa’ di calcio, “reati penali tributari e di falso in bilancio”.
Per i club di calcio, la plusvalenza dei calciatori, risulta essere il guadagno che una società trae dalla cessione di un calciatore, ed è una delle principali voci di ricavo dei club professionistici.
Analizzando i bilanci delle società calcistiche, ci si rende dunque conto che, insieme ai “ricavi diritti televisivi”, “ricavi commerciali”,“ricavi da stadio”, i “proventi per la gestione dei diritti dei calciatori” rappresentano una delle voci più importanti del conto economico.
Nel settore dell’azienda calcio “la plusvalenza” (o minusvalenza) dei calciatori è data dalla differenza tra il valore di cessione del cartellino di un calciatore, rispetto al valore residuo (al netto dell’ammortamento) del valore del cartellino iscritto in bilancio da parte del club cedente.
Per ogni cartellino di un calciatore è infatti iscritto a bilancio un “valore contabile”.
Quel “valore” indica sostanzialmente la quota rimanente dell’investimento iniziale (costo storico) per l’acquisto del calciatore stesso, che deve ancora essere ammortizzata dal club.
Per una società di calcio, pertanto, i calciatori rappresentano (contabilmente) delle “immobilizzazioni immateriali”, il cui valore può anche crescere nel tempo.
La plusvalenza è data dunque, in questi casi, dall’incremento di valore che il calciatore ha realizzato nel corso del tempo, dal momento in cui è entrato a far parte della squadra al momento in cui viene ceduto.
Laddove quindi la società di calcio ceda un giocatore precedentemente acquistato, il calcolo della plusvalenza deve prendere in considerazione l’ammortamento annuo del calciatore già imputato in bilancio.
Metodo economico certo , del calcolo delle plusvalenze calciatori, e “breack even point positivi” per vincere la sfida al “calcio business”.
Antonio Sanges dottore commercialista
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