Le ragioni della contrarietà al progetto Anas riguardano il nodo più importante della scelta di questa opera: quali studi e analisi sono state fatte per giungere a questa soluzione, a questa idea di tagliare in linea retta un territorio nato e sviluppatosi nel rispetto della sua vocazione ambientale?
Quale piano si è seguito come scelta prioritaria dell’investimento? Quale colore politico ha deciso di impegnare questa grande massa di investimento? Notizie essenziali che non troviamo nella relazione preliminare di progetto. In questa, normalmente, si dovrebbero trovare richiamati gli atti a fondamento, gli studi di fattibilità, nel rispetto dei principi della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e sociale.
Nonostante il legislatore si sforzi, da qualche tempo, di disporre che il danaro pubblico debba seguire un processo chiaro nel percorso amministrativo, purtroppo si assiste ancora a composizioni di pacchetti poco chiare, incomplete nello studio delle condizioni reali dei luoghi, degli obiettivi e del prevedibile risultato: mancanti del requisito della trasparenza, il più delle volte realizzati con velocità e superficialità per rincorrere finanziamenti statali ed europei. Eppure parliamo di soldi pubblici, di tutti. Domanda a cui non trovo risposta convincente“.
A denunciarlo è il fratello del sindaco Pescatore, Dario Vassallo, Presidente della Fondazione Vassallo.
“Ci preoccupa che la Regione Campania abbia individuato come progetto strategico di particolare rilevanza per i campani la costruzione di una strada veloce da Eboli ad Agropoli. È un progetto preliminare, o idea progetto, si dice.
Tuttavia, secondo la legge e disposizioni in materia, il cittadino deve essere messo in condizione di sapere chi ha deciso, perché e qual è l’ammontare della spesa di soldi pubblici – continua Dario Vassallo – soprattutto dovrebbe saperlo prima di cominciare a toccare natura, territorio, ambiente di vita.
Se, quindi, questa opera è prevista nel piano aziendale, perché non è stato sentito il territorio prima di progettarla, invece di metterlo di fronte a cose fatte? E dal momento che è un Ente pubblico che impegna soldi pubblici, prima di affidare l’incarico ai suoi tecnici, pagati con soldi pubblici: non sarebbe stato il caso di impegnare la somma già distribuita per un concorso di idee, per cercare e vagliare la migliore soluzione?
Non sarebbe stato più opportuno per l’Ente pubblico far venire la soluzione dal territorio e dalle capacità professionali che vi vivono, vi operano e vi studiano? Il problema reale della PA in genere è l’incompetenza degli addetti, che costringe ad appaltare servizi di progettazione a consulenti esterni, pagati profumatamente, spesso con bandi ad personam“.
“A non convincere la Fondazione è l’idea di una strada a scorrimento veloce verso Agropoli. E poi? Cosa accadrà nel territorio del Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni? Diventerà un imbuto, dove lo scorrimento veloce lascerà il passo all’ingorgo autostradale.
L’esistente rete stradale del Cilento sarà in grado di diluire il traffico che ANAS dice di forte intensità? Ha senso investire così tanti soldi per una bretella? Funzionale a quali benefici personalistici? L’ANAS si è posto il problema del PUT, Piano urbanistico del traffico all’interno del territorio del parco?
A nostro avviso questa idea va assolutamente archiviata e ripreso il discorso alternativo che viene suggerito e consigliato dal territorio, ripartendo dal concorso di idee sul progetto, coinvolgendo studi e professionali presenti, magari con la stessa università di Salerno.
Un costo stimato tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Per un progetto condiviso, di rispetto ambientale, culturale, sociale, di prospettiva futura per lo sviluppo economico conclude Vassallo. La nostra proposta è quella di collegare la fondovalle Calore a Vallo della Lucania, in modo da far diventare Vallo della Lucania centro del Cilento e non partire dalla periferia del Cilento.
Vallo si troverebbe al centro della superstrada attuale e da qui il traffico si può agevolmente spostare a sud verso Sapri e a nord Verso Agropoli. Tutto ciò per la buona pace del territorio, risparmio di finanziamenti e risposta coerente con tutto il territorio del Parco. Come Fondazione siamo al fianco dei Sindaci contrari a questa opera sul territorio.
La nostra terra non può essere più merce di scambio di favori personali. Bisogna guardare lontano, al futuro, non allo spreco di soldi ma ad investire e sostenere progettualità che aiutino il contesto socioeconomico di area vasta a svilupparsi”.