“Il Covid e la complessa situazione in cui i giovani si sono ritrovati a vivere in questi anni, hanno ridotto la fiducia dei ragazzi verso la prevenzione cardiovascolare e anche la percezione della diffusione e della gravità delle malattie cardiache, spingendoli ad abbassare la guardia, anche perché l’emergenza sanitaria ha determinato la sospensione delle campagne di prevenzione cardiovascolare – commenta Francesco Barillà, Presidente della Fondazione “Il Cuore Siamo Noi”, professore Associato di Cardiologia e Direttore Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare all’Università Tor Vergata di Roma -. Tutto ciò ha comportato un eccesso di cibo compensativo, maggiore sedentarietà, aumento del consumo di alcol e fumo, tutti elementi che mettono a rischio la salute del cuore, quando buona parte delle malattie cardiovascolari sono prevenibili seguendo corretti stili di vita che dovrebbero essere messi in pratica sin dall’adolescenza”.
I dati più allarmanti sul peggioramento degli stili di vita, in particolare dei più giovani, riguardano in primis il fumo. Stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) emerge che il 37,5% dei ragazzi di età compresa tra 14 e 17 anni, ha già avuto contatto con il tabacco. Ancora più preoccupanti le cattivi abitudini relative a dieta ed attività fisica. Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostra che l’88% dei giovani italiani di età compresa tra gli 11 e i 17 anni non raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati e sono meno del 10% quelli che arrivano a un’ora al giorno. Sul fronte dell’alimentazione non va meglio: 3 su 10 non fanno la prima colazione con un eccessivo consumo di snack, bevande gassate e zuccherate, mentre solo una parte residuale consuma porzioni adeguate di frutta (17%) e di verdura (13%).
“Tutti questi comportamenti non fanno che esporre i ragazzi a rischi cardiovascolari molto seri una volta diventati adulti – sottolinea Pasquale Perrone Filardi, Presidente SIC, professore Ordinario di Cardiologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare all’Università di Napoli Federico II -. Ma è proprio partendo da corretti stili di vita, troppo spesso sottovalutati in particolare dai giovani, che si può invertire questo trend, visto che le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte e una delle prime cause di ospedalizzazione nel nostro Paese. Occorre pertanto sensibilizzare a corretti stili di vita a tutte l’età. Ed è proprio la promozione e la sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiache, come arma più efficace per combatterle, la mission che si propone di perseguire la nostra Fondazione a tutela della salute pubblica”.