Il veliero ha calato l’ancora, la ciurma ha finalmente festeggiato l’arrivo in porto consapevole di dover solo “raccogliere le proprie cose” prima di godersi le meritate vacanze.Dopo una navigazione a tratti movimentata, tra gli alti e i bassi di una tempesta di mare che pure qualche preoccupazione l’ha destata – vuoi per le tante, forse troppe incomprensioni tra l’ispido tenente di vascello e il biondo timoniere, vuoi per qualche marinaio che ha ci ha messo più del dovuto ad ambientarsi nella ciurma… – alla fine, grazie all’avvento del nuovo “addetto alla manovra del timone” un lusitano originario di Viseu, il viaggio si è concluso col mare in bonaccia e la folla trionfante al molo Manfredi.
La rimonta, a tratti clamorosa dopo il doppio svantaggio, della Salernitana contro una “prepotente” Udinese, sugella un finale di stagione stupefacente per i colori granata, nonostante le tante assenze (Dia e Gyombér su tutti) e un clima particolarmente sereno che avrebbero potuto togliere concentrazione alla squadra.
E invece, e questo è parte del “senso del calcio per Paulo Sousa”, la squadra granata è rimasta sul pezzo, competitiva fino all’ultimo soffio di gara, per regalare alla sua “immensa tifoseria” una vittoria per la storia, una vittoria che ha frantumato un altro record: con i tre punti di ieri, infatti, la Salernitana ha rotto il muro dei 40 punti per la prima volta nella sua storia in massima serie.
“Tanta roba”, verrebbe da dire, per chi 24 anni fa vide infrangere tra gli scogli i sogni di gloria sulla soglia dei 38 punti (e per una serie A allora a 18 squadre era quasi un record), “oro colato” invece per chi il club dell’Ippocampo lo ha visto dibattersi solo tra B e Lega Pro.
Dopo aver regolato i conti col passato a suon di risultati, gran gol e belle prestazioni, e in tal senso l’Udinese è stata “solo” l’ultima a pagar dazio, “la casa di Cenerentola”, quello stadio Arechi fino a qualche tempo fa terra di conquista per molti, si è trasformato in un immenso “prato verde dove nascono speranze”. Dagli spalti festanti dello stadio, gli zelanti tifosi granata hanno invocato una nuova meta, il nuovo Eldorado per i colori granata: l’Europa. Un sogno che fino a qualche settimana fa, lo si poteva solo sussurrare perché ogni cosa più forte di un sospiro lo avrebbe fatto svanire, era così fragile…
Certo, è un sogno e ai tifosi è concesso. Cosa sarebbe il calcio senza la “turbativa onirica”? Cosa sarebbe lo sport senza l’afflato della sfida all’inaccessibile? Nulla. Ma si sa, tra i saggi, tra chi costruisce solide realtà, la prudenza deve rimanere un mantra incrollabile. “Mattoncino dopo mattoncino” ha suggerito la cautela a un soddisfatto Iervolino, il quale però non riesce a nascondere le “ambizioni chimiche” condivise con un Paulo Sousa. Entrambi sono vogliosi di aprire un primo vero ciclo calcistico, un lessico questo da extraterrestri a queste latitudini del football. Chi vivrà vedrà… a “Noi” va bene così, “mattoncino dopo mattoncino…”
Avanti Bersagliera!
Tullio Trezza
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