Prodotti per animali, bancarotta fraudolenta da 1,5 milioni: nei guai 3 fratelli cilentani

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Operazione “Peet Food” della Guardia di Finanza: nei guai tre fratelli imprenditori nel settore delle rivendite di prodotti e mangimi per animali.

Su disposizione della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e di ricoprire uffici direttivi, presso persone giuridiche e tre imprese ubicate ad Agropoli, Vallo della Lucania e Battipaglia, nei confronti di tre fratelli imprenditori, responsabili del reato di bancarotta fraudolenta.

Le indagini, eseguite dai finanzieri della Compagnia vallese, diretta dal cap. Fabio Tufano, e avviate a seguito della dichiarazione di fallimento di una ditta individuale, si sono protratte per oltre un anno e si sono strutturate in due fasi.

Durante una prima fase, le Fiamme Gialle, attraverso un attento esame della documentazione acquisita, avevano accertato che gli indagati, al fine di sottrarre alla procedura fallimentare i propri beni aziendali, avevano emesso, nella fase immediatamente precedente alla dichiarazione di fallimento, fatture per oltre 300mila euro che, al termine dei riscontri eseguiti, sono risultate essere false.

Al fine di assicurare il recupero dell’imposta evasa, la Procura cilentana procedeva al sequestro d’urgenza per oltre 130mila euro, successivamente convalidato dal gip del Tribunale alla sede, eseguito sulle disponibilità finanziarie dei soggetti.

Proseguendo nelle investigazioni, i militari vallesi hanno acclarato il carattere di reiterazione delle condotte distruttive e di occultamento realizzate dai tre soggetti legati da vincolo familiare, negli anni dal 2016 al 2018, riuscendo così a determinare, alla data del fallimento, un passivo di 1 milione e 500mila euro.

Per garantire l’interruzione dei fatti/reati accertati nella fase delle indagini, il gip del Tribunale alla sede emetteva un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale, consistente nel divieto temporaneo di esercitare l’attività di imprenditore e di ricoprire uffici direttivi presso persone giuridiche ed imprese, eseguita nei confronti dell’imprenditore fallito e dei propri familiari.

Si specifica che il provvedimento cautelare è stato eseguito nell’attuale fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

 

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