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Salerno: striscione sotto sede Cgil, Casapund si difende: “Nessun atto intimidatorio, solo protesta”

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“Apprendiamo con stupore le reazioni di questi due giorni di ANPI, CGIL, Arcigay e tutte le sigle coinvolte nella vicenda, supportate anche dal PD, dopo la nostra protesta di venerdì sera sotto la sede della CGIL di via Manzo a Salerno. Protesta che, come testimoniano foto e video, non è stata altro che la lettura di un comunicato e l’affissione di uno striscione, in prima serata, alla luce del sole e a volti scoperti, come nostro solito”. E’ quanto si legge in un comunicato di CasaPound Italia – Salerno.

“È paradossale – continua la nota – che questi signori urlino all’atto intimidatorio, visto che la nostra è stata solo una legittima e civile risposta in seguito all’unica vera intimidazione di questa vicenda, ovvero il folle comunicato stampa in stile mafioso (che oggi provano a far passare come una semplice nota di dissenso) con cui i suddetti paladini della democrazia hanno invitato la cittadinanza al boicottaggio della libreria se solo avesse ospitato l’autore di un libro che a loro non piace”.

“Invitiamo tutti a cercarlo in rete e a leggerlo per giudicare, non sarà difficile capire perché il titolare della libreria impaurito ha immediatamente deciso di negare l’evento. Chi da sempre si auto-erge a detentore della verità assoluta e a difensore della libertà di pensiero e della cultura, ha preferito la censura e le minacce piuttosto che presentarsi all’evento pubblico per un confronto; conosciamo bene il loro modus operandi e la loro antica arte di gettare fango su chi non si piega ai loro diktat democratici”.

“Abbiamo letto e sentito in questi due giorni cose farneticanti anche circa un nostro assalto alla CGIL a Roma, evento al quale  non eravamo presenti, o di sfilate con “simboli nazisti” ai cortei del 7 luglio per Carlo Falvella, caduto ucciso da un odio politico di cui sono ancora portatori, cortei sempre svoltisi nella più totale tranquillità e che ancora oggi dimostrano la nostra etica e il nostro saper essere civili”.

“Invitiamo i signori a non rilasciare più dichiarazioni del genere, altrimenti saremo costretti ad agire per vie legali, e soprattutto ad accettare le regole del gioco democratico e a presentarsi ai contraddittori piuttosto che censurare per paura dei libri”.

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