Commemorata a Salerno la figura di Giacomo Matteotti

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Si è svolta questa mattina in Piazza Matteotti a Salerno la commemorazione – nel giorno della sua morte: il 10 giugno 1924 -, del leader socialista Giacomo Matteotti assassinato per mano fascista dopo aver denunciato, in Parlamento, i brogli elettorali e il crescente clima di violenza messi in atto dalla nascente dittatura di Mussolini.

Il ricordo di Matteotti è vivo in Italia e questa mattina i socialisti sono scesi nelle piazze per ricordarne il sacrificio e l’alto profilo del suo fare politico –ha commentato il segretario nazionale del Psi, Enzo Maraio – Matteotti è stato il primo antifascista, quello che per primo denunciò il pericolo del fascismo. E lo fece in totale solitudine addirittura con una parte dei comunisti massimalisti che lo avversarono. Una figura attorno alla quale noi socialisti abbiamo il dovere della memoria e ci prepariamo a celebrare i cento anni dalla morte. In questo momento storico – ha concluso il segretario Maraio – ricordare figure come quella di Matteotti è necessario per tenere alta e viva l’attenzione sui valori dell’antifascismo.

A Salerno, oltre al segretario nazionale del Psi Maraio e una folta delegazione di amministratori nonché compagne e compagni socialisti si sono riuniti per deporre una corona di garofani rossi sotto la targa che intitola la piazza a Matteotti. Molti gli esponenti della maggioranza presenti alla commemorazione così come è stato presente anche il sindaco di Salerno, Enzo Napoli. In piazza anche rappresentanti provinciali dell’Ampi, tra questi il dottore Vittorio Salemme che ha portato a conoscenza dei contenuti di un convegno organizzato da un’assemblea dei partiti di opposizione a Salerno il 17 agosto del 1924 nella Sala Tasso del Convitto Nazionale, dal titolo “Mezzogiorno e fascismo”.

Oltre alla deposizione della corona l’attore Davide Curcio ha letto l’ultimo discorso che Matteotti tenne alla Camera dei deputati, quello che per suo stesso dire, gli valse come una condanna a morte.

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  • Fu avversato nel suo stesso partito, a dirla tutta, poi se vogliamo costruire miti perché ci interessa dire che è meglio Renzi dei trinariciuti, allora è un altro discorso

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