Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Salerno, sotto il coordinamento di questo Ufficio, hanno riguardato alcune società di capitali operanti nella vendita di prodotti petroliferi.
Secondo l’ipotesi accusatoria, allo stato confermata dal Giudice per le Indagini Preliminari, il principale indagato, al fine di ridurre sensibilmente la garanzia patrimoniale per il Fisco, avrebbe distratto risorse finanziarie, da un’impresa con rilevanti debiti tributari, poco prima della messa in liquidazione, trasferendo 1,5 Milioni di euro a beneficio di altre due persone giuridiche, di fatto nella sua titolarità.
Gli stessi profitti illeciti, venivano quindi impiegati per l’aggiudicazione di una gara pubblica a “base d’asta” (vendita competitiva) dell’attivo concordatario di un soggetto economico fallito nel 1999.
A tale procedura di gara, avente ad oggetto essenzialmente un deposito commerciale di olii minerali, sito a Nocera Superiore (SA), e somme di danaro giacenti su posizioni bancarie, avevano partecipato tre società, di cui due direttamente riconducibili al principale indagato, ed una terza, apparentemente estranea, ma ugualmente riferibile a soggetti in affari con questi.
Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso di individuare diverse anomalie che avevano caratterizzato la suddetta gara, tra cui l’assenza di rilanci da parte di una delle ditte nonché la concomitante stipula di un “negozio giuridico” tra quest’ultima ed una delle altre due partecipanti.
Attraverso tale schema negoziale veniva trasferito così, ad un prezzo notevolmente vantaggioso, un impianto di distribuzione stradale, con annesso bar, di Cava de’ Tirreni (SA), ponendo fine ad un lungo contenzioso civile esistente tra le medesime parti. Le investigazioni, sviluppate attraverso la disamina di documentazione contabile ed extracontabile e accertamenti bancari su mirati rapporti di conto corrente societari, hanno permesso di delineare, sulla base dell’impostazione accusatoria, la piena consapevolezza circa la realizzazione delle condotte illecite da parte dei soggetti coinvolti, ovvero dei rappresentanti legali – e di fatto – delle società coinvolte.
Rilevante è, poi, la contestazione, ad una persona giuridica beneficiaria della condotta fraudolenta posta in essere dal principale indagato, della “responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato”. Si tratta, come noto, di una specifica forma di responsabilità ascrivibile agli enti, fomiti di personalità giuridica, in relazione ad alcuni reati tassativamente indicati dal legislatore commessi, nell’interesse o a vantaggio della società, da persone fisiche che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione (“apicali”) o che sono subordinate alla direzione o alla vigilanza di uno dei predetti soggetti (“sottoposti”), i quali non devono avere agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi.
Le indagini preliminari si sono concluse mediante la contestuale notifica del relativo “avviso di conclusione” nei confronti di 9 soggetti indagati (tra cui 2 imprese).
L’attività odierna costituisce un ulteriore testimonianza dell’impegno profuso dalle Autorità preposte, Procura della Repubblica e Guardia di Finanza, a tutela degli interessi erariali, della libera concorrenza, del corretto funzionamento dei mercati e del buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Si specifica che il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria è stato eseguito nell’attuale fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.
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