“Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria prosegue nelle sue visite nelle carceri della Campania, oggi affollate da 6.893 persone detenuti, delle quali 343 donne e 860 stranieri. Ancora una volta porterò nelle carceri per adulti in cui mi recherò, l’apprezzamento e il supporto del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria ai colleghi che quotidianamente, in prima linea, garantiscono l’ordine e la sicurezza in condizioni drammatiche”, spiega Capece. “Il SAPPE tornerà a denunciare il mancato auspicato miglioramento delle condizioni di lavoro del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso gli istituti penitenziari della regione Campania; istituti nei quali, per la maggior parte, è ormai divenuto letteralmente impossibile lavorare e, per larga parte, sono accomunati dalle seguenti gravissime criticità: una importante carenza di personale; il costante verificarsi di eventi critici, nella maggior parte dei casi aggressioni nei confronti di personale; l’introduzione di oggetti e materiali non consentiti (droga, telefonini; etc.); l’assenza, il più delle volte, di Comandante e Direttore titolari; l’assenza in Reparto di medici ed infermieri a sufficienza e, in caso della necessità di sottoporre i ristretti a cure sanitarie, la discutibile assegnazione di detenuti a nosocomi che sono distanti parecchio distanti dalle carceri di assegnazione”.
“Il nostro è un atto dovuto alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria che, in Campania come in ogni altra parte d’Italia, “buttano letteralmente il sangue” nelle sezioni detentive e non sono minimamente considerati da parte di questa amministrazione matrigna”, conclude Capece, che con l’occasione torna a sollecitare gli interventi dei vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria. E il leader del SAPPE non fa sconti a nessuno: “Dobbiamo reagire e scuotere le coscienze di tutti. Il carcere va cambiato. I poliziotti penitenziari devono fare servizio in sicurezza!”.