Per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro a 25 anni – e il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere proprio in questo caso superiore al 6% -, la rata mensile sarà di 1.304 euro. Mentre per un prestito da 100.000 euro, sempre a 25 anni, con il tasso al 5,3%, la rata mensile sarà, invece, di 609 euro
Per i vecchi mutui, invece, nessuna differenza ovviamente per il tasso fisso, mentre le rate a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 70-75%. Vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 875 euro ovvero 375 euro in più. “Ed è molto probabile che, alla luce della decisione della Bce, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora”, sottolinea il sindacato
Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine marzo 2023, a 425,5 miliardi di euro, in crescita di circa 50 miliardi, pari ad oltre il 13%, rispetto a fine 2017. Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali
Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 251,2 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse
E per chi volesse accendere ora un mutuo? Secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, la convenienza è da ricercare sempre e comunque nel tasso fisso
“Rispetto a qualche tempo fa siamo passati da un tasso pari all’1,6% a offerte che arrivano, oggi, anche fino al 6%, ma in prospettiva, fra qualche anno, quanto i tassi verosimilmente caleranno, un contratto di finanziamento sottoscritto a tassi alti si potrà chiudere, con una surroga, e ottenere condizioni più favorevoli”, spiega