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Polla, ospedale nel caos: stop alle attività ordinarie del reparto di Chirurgia generale

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Da qualche giorno, infatti, le attività ordinarie del reparto di Chirurgia generale del nosocomio di Polla, per carenza numerica di dirigenti medici, sono state sospese e i pazienti che avranno bisogno di assistenza verranno trasferiti presso l’ospedale di Oliveto Citra”, hanno detto il segretario provinciale, Enzo Garone, ed i componenti della rappresentanza sindacale unitaria della Fials, Mario Marmo, Saverio Carimando e Francesco Amabile.

Tutto ciò nasce da una mancanza nell’organizzare il reintegro numerico dei medici di reparto, non solo perché alcuni di loro erano presenti con contratti a termine e non sostituti, ma ci sarà anche un prossimo pensionamento di un’unità a tempo indeterminato.

Questo ennesimo problema ora, oltre a sommarsi ai precedenti già presenti da troppo tempo e non risolti, nasce in un momento in cui, improvvisamente, non è più presente il direttore sanitario del presidio, che ha lasciato per andare a svolgere le stesse mansioni in un altro ospedale.

Eppure ci sono stati vari incontri anche con il direttore di dipartimento dell’area chirurgica, per sollecitare l’assunzione di altri medici dalla graduatoria del concorso pubblico indetto qualche mese fa, dall’Asl Salerno. Ora Neurologia ha un solo medico e prossimo alla pensione, Pediatria ne ha solo due, Ortopedia e altri reparti comunque carenti, è facile credere non esista una volontà di tutelare i diritti sanitari del territorio, nonostante si trovi con un bacino di utenza numericamente rilevante, situato nei pressi di uno svincolo autostradale e a confine con altra regione.

Con questi fatti ormai oggettivi da troppo tempo, nemmeno le rassicurazioni di un rappresentante politico locale, poco tempo fa, che non li vedeva così drammatici e che aveva parlato solo di “allarmismo”, trova ormai credibilità.

Chi ha il compito ed il dovere di intervenire a porre un rimedio e a dare un futuro al diritto alla salute, che lo faccia presto, altrimenti la salute non sarà più un diritto per tutti”.

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