“L’Italia è responsabile dello 0,8% delle emissioni globali di Co2 ma in nome della scelta politica del Parlamento Europeo e della Commissione in scadenza rispetto alla transizione energetica della mobilità sta sacrificando il tessuto portante della propria economia – ha spiegato De Rosa – Sarebbe il caso che nel nostro Paese ci si svegliasse da questa condizione di intorpidimento cerebrale collettivo e si ricercassero strade diverse e più sostenibili per la necessaria decarbonizzazione”.
L’intervento di De Rosa si inserisce in un dibattito che da tempo sta interessando i vertici dell’Unione europea e che ha origine in un provvedimento del 14 febbraio 2023, quando il Parlamento ha approvato in via definitiva i nuovi obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione.
La legislazione approvata prevede l’obbligo per nuove autovetture e nuovi veicoli commerciali leggeri di non produrre alcuna emissione di CO2 dal 2035.
L’obiettivo è quello di ridurre del 100% le emissioni di questi tipi di veicoli rispetto al 2021. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono stati fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni. Successivamente il Consiglio europeo ha confermato questa impostazione.
La nuova legislazione europea per auto e furgoni a emissioni zero, che mira a promuovere l’adozione di veicoli elettrici e a idrogeno, presenta sia opportunità che rischi per l’industria italiana ed europea, come evidenziato da Domenico De Rosa.
Dal punto di vista delle opportunità, l’introduzione di restrizioni sulle auto tradizionali a combustione interna potrebbe creare opportunità per lo sviluppo e la produzione di veicoli a emissioni zero. Ciò potrebbe stimolare la domanda di veicoli elettrici e idrogeno, aprendo nuove prospettive di mercato per i produttori italiani ed europei. Inoltre l’adozione di veicoli a emissioni zero richiederà un notevole sforzo di ricerca e sviluppo per migliorare le tecnologie delle batterie, l’infrastruttura di ricarica e la produzione di idrogeno verde.
Alcuni paesi, come la Cina, hanno fatto importanti investimenti nello sviluppo e nella produzione di veicoli elettrici. Ciò potrebbe mettere a rischio la competitività dell’industria automobilistica italiana ed europea, a meno che non vengano fatte significative innovazioni e investimenti nel settore. La transizione verso veicoli a emissioni zero, inoltre, potrebbe richiedere una riconversione delle catene di produzione e un adattamento delle infrastrutture esistenti. Ciò comporta costi significativi e sfide per le aziende automobilistiche, in particolare per quelle che hanno una forte dipendenza dalla produzione di veicoli tradizionali a combustione interna.