Le partenze fuori stagione sono apprezzate anche da chi ama la tranquillità e vuole stare lontano dalle folle senza rinunciare però a visitare le principali mete turistiche.
Se in piena estate è il mare a fare la parte del leone, in questo periodo dell’anno riscuotono successo pure le scelte alternative per conoscere un’Italia cosiddetta “minore” dai parchi alla campagna, dalla montagna fino ai piccoli borghi che fanno da traino al turismo enogastronomico, con ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali che nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti.
Particolare successo – secondo Campagna Amica – registrano i 25mila agriturismi presenti nel Belpaese che consentono di vivere in questo periodo i cicli stagionali delle produzioni, dalla raccolta del grano a quella della frutta.
Se la cucina a chilometro zero resta la qualità maggiormente gradita, a far scegliere l’agriturismo è la spinta verso un turismo più sostenibile che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.
Oltre 1/3 della spesa di italiani e stranieri in vacanza durante l’estate in Italia sarà infatti destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma pure per cibo di strada o specialità enogastronomiche in mercati, feste e sagre di paese.
L’alimentazione è diventata la principale voce del budget turistico con un impatto economico che è valutato attorno ai 15 miliardi di euro nel periodo estivo, divisi tra turisti nostrani e stranieri che sempre più spesso scelgono l’Italia quale meta delle vacanze per i primati enogastronomici.
Dopo l’alluvione, molto atteso l’inizio della stagione in Romagna dove la Coldiretti ha lanciato l’appello alle strutture alberghiere e della ristorazione per l’acquisto di cibi e vino Made in Romagna al fine di sostenere l’occupazione e la economia locale dopo la devastazione che ha colpito un territorio con 21mila aziende agricole ed un indotto da primato nella trasformazione e distribuzione alimentare, anche cooperativo.
di Tony Ardito